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Agricoltura. Svolto il II Congresso Terra Viva Basilicata, sistema agricolo pilastro fondamentale dell’economia regionale, rappresenta il 5,8% del valore aggiunto regionale

All’evento ha partecipato il Presidente nazionale Claudio Risso: “Serve un manifesto della nuova agricoltura, che va considerata come bene comune”

Si è tenuto oggi a Picerno (PZ) il secondo congresso di Terra Viva Basilicata, al termine del quale il Consiglio Generale ha votato la richiesta di Reggenza di organizzazione sulla quale si esprimerà prossimamente la Presidenza nazionale per comporre la squadra che guiderà l’associazione lucana.

Hanno partecipato ai lavori congressuali il Presidente regionale uscente Mario Ferri, il Segretario Generale Fai Cisl Onofrio Rota, il Segretario Generale USR Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo, il Segretario Generale Fai Cisl Regionale Raffaele Apetino, la Vicepresidente Terra Viva e Segretaria nazionale FaiCisl Raffaella Buonaguro e il Presidente Nazionale Terra Viva Claudio Risso.

“Il sistema agricolo della Basilicata rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia regionale – ha evidenziato nella sua relazione Mario Ferri , Presidente uscente – caratterizzato da una notevole varietà di produzioni di eccellenza. Negli ultimi anni abbiamo attraversato momenti complessi, segnati da difficoltà organizzative, dalla necessità di adattarci a nuove realtà e dall’incertezza che ha colpito il mondo dell’agricoltura, tra cui la gestione del lavoro agricolo stagionale, il fenomeno del caporalato, la regolamentazione dei flussi migratori, i danni causati da cinghiali, lupi e siccità. Tuttavia, dobbiamo riconoscere ai nostri agricoltori la capacità di aver affrontato al meglio la crisi del COVID-19 e del post-COVID-19, e di saper far fronte a nuove sfide senza precedenti, come i cambiamenti climatici, la globalizzazione e i nuovi modelli di consumo. Il settore agro-zootecnico rappresenta una componente fondamentale dell’economia della Basilicata, una regione del sud Italia con un territorio prevalentemente collinare e montano, ampie aree rurali e una bassa densità abitativa. L’agricoltura e la zootecnia, pur con alcune criticità, svolgono un ruolo strategico sia dal punto di vista economico, sociale e ambientale. In questo scenario, la sostenibilità non è più un’opzione, ma una necessità impellente per garantire la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e la prosperità delle nostre comunità rurali. Fondamentale dunque puntare sulla sostenibilità – prosegue Ferri – perché offre importanti opportunità per le aziende agricole. I consumatori sono sempre più attenti alla qualità e alla sostenibilità dei prodotti alimentari, e sono disposti a pagare un prezzo più elevato per le produzioni che rispettano l’ambiente e il benessere animale. Inoltre, la transizione verso un’agricoltura sostenibile può creare nuovi posti di lavoro nelle energie rinnovabili, nella gestione dei rifiuti organici e nel turismo rurale.”

Le conclusioni sono state affidate al Presidente nazionale di Terra Viva, Claudio Risso: “Identità e obiettivi concreti – ha detto il leader dell’associazione – sono le due dimensioni fondamentali da tenere ben presenti. La Basilicata rappresenta un territorio ricco di produzioni agricole uniche, che permettono di rafforzare la nostra identità, anche come Terra Viva, ben caratterizzata e ben inserita nell’azione della Fai. In Basilicata, solo per dare alcune cifre, l’agricoltura rappresenta il 5,8% del valore aggiunto regionale, i principali settori dell’agricoltura lucana sono l’allevamento zootecnico, la cerealicoltura, l’orticoltura e la frutticoltura. I terreni agricoli rappresentano il 35 % della superficie totale, mentre il 50 % è costituito da terreni forestali. La superficie agricola utilizzata (SAU) è di circa 519 000 ha. L’agricoltura sostenibile, etica, responsabile ma anche redditizia e attrattiva è l’obiettivo concreto da perseguire: buono, giusto ed equo è la campagna che ci permette di lavorare assieme per favorire il ricambio generazionale affinché il comparto sia sempre più potenziato”. “Per valorizzare Terra Viva – prosegue Risso – è necessario iniziare a pensare a un vero e proprio ‘manifesto della nuova agricoltura’, perché sia considerata a tutti gli effetti un ‘bene comune’. Per fare questo è necessario che tutta la filiera sia equa, e garantisca il giusto reddito, lavoro di qualità, prodotti sani e sicuri”.

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