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Agroalimentare e Forestazione. Oggi a Matera il Consiglio generale della Fai Cisl Basilicata

Si è riunito a Matera il Consiglio Generale della Fai-Cisl Basilicata, con un evento incentrato su quattro priorità per la categoria: valorizzazione della forestazione, lotta al caporalato, inclusione dei migranti e sviluppo dell’industria alimentare in regione.
In Basilicata, è emerso dai lavori, le foreste coprono quasi il 40% del territorio. “Per questo – ha detto l’assessore lucano alle politiche agricole Carmine Cicala – abbiamo stanziato complessivamente 75 milioni per il settore idraulico forestale, che ad oggi da noi impiega in tutto oltre 4mila lavoratori: vanno ascoltate le proposte del sindacato e di tutti gli stakeholder perché il mondo è cambiato e abbiamo bisogno di una nuova visione, sostenibile, per investire sulle nuove competenze, il turn over, le nuove tecnologie, a partire dal Piano forestazione che abbiamo quasi completato per pianificare i prossimi vent’anni della nostra forestazione evitando di trasformarla in un nuovo carrozzone per la spesa pubblica”.
Tra le criticità affrontate nel dibattito, i fenomeni di sfruttamento e lavoro nero in agricoltura: “Positivo il lavoro che stiamo svolgendo al tavolo regionale anticaporalato, che richiede anche uno sforzo per armonizzare le norme regionali con quelle nazionali – ha detto Raffaele Apetino, Segretario Generale Fai-Cisl Basilicata – ma i recenti morti sul lavoro e in itinere dimostrano che sono ancora tanti i casi di irregolarità, che colpiscono soprattutto i lavoratori stranieri, per questo stiamo implementando i prodotti divulgativi multilingue e le campagne informative su sicurezza e salute per presidiare il territorio e favorire opportunità di riscatto, ma servono inevitabilmente anche più ispezioni e un maggiore ruolo da riconoscere agli enti bilaterali”.
Vincenzo Cavallo, Segretario Generale della Cisl Basilicata, ha evidenziato tra i vari temi le prossime manifestazioni confederali per la pace e le iniziative per sollecitare diversi miglioramenti nella Legge di Bilancio. Quanto al lavoro agroalimentare, Cavallo ha sottolineato le preoccupazioni inevitabili per i dazi Usa, “che rischiano di impattare soprattutto sull’export agroalimentare, in cui la nostra regione gioca un ruolo di primo piano”, e l’urgenza di intervenire sulle aree interne in via di spopolamento e sulle risorse idriche: “Senza interventi strutturali contro sprechi e siccità – ha detto – rischiamo di mandare a casa 10mila lavoratori stagionali”.
Durante i lavori è stato anche proiettato il cortometraggio “Il nome di Hope”, prodotto da Fai-Cisl, Agrilavoro Edizioni e Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche. L’opera, della durata di 15 minuti, narra la vicenda di Hope, giovane bracciante nigeriana morta a seguito di un incendio nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, cinque anni fa: un lavoro, dunque, con cui il sindacato sta divulgando un potente messaggio di denuncia sulle condizioni dei braccianti nelle baraccopoli d’Italia per incalzare politica, imprese e istituzioni a fare di più per l’inclusione dei migranti e per il lavoro dignitoso.
Su questo tema è intervenuto in conclusione della giornata Onofrio Rota, Segretario generale della Fai-Cisl nazionale, che citando il report “Made in Immigritaly” realizzato dal sindacato ha ricordato che il settore agricolo attualmente occupa, a livello nazionale, oltre 360 mila lavoratori immigrati su un milione, ma entro il 2030 secondo le stime Fai-Cisl ne vedrà impegnati oltre 500 mila: “Stiamo portando avanti un confronto importante con il tavolo interministeriale contro il caporalato, che sta dando i primi risultati – ha detto Rota – però stiamo proponendo di superare almeno altri due nodi fondamentali: il primo è che servirebbe un’emersione mirata degli oltre 200mila lavoratori stranieri entrati regolarmente ma divenuti irregolari e attualmente sfruttati nell’economia sommersa, il secondo riguarda i 200 milioni del Pnrr stanziati per il superamento dei ghetti e, attualmente, utilizzati solo per una minima parte”.
Commentando infine la Legge di Bilancio approdata in Senato, Rota ha affermato: “Tra le misure positive ce ne sono alcune rilevanti, come quelle sul lavoro, su sugar e plastic tax, sui sostegni ai rinnovi contrattuali e all’Ape sociale, ma la manovra può e deve essere migliorata specialmente su crescita, attenzione alle fasce più deboli e ambiente, visto che mancano risorse contro il dissesto idrogeologico. Per questo – ha concluso – saremo al fianco della Cisl nel ‘Cammino della Responsabilità’, con una mobilitazione che senza sterili antagonismi punta a consolidare la Legge di Bilancio, rivendicando il suo miglioramento a cominciare dal dovuto finanziamento alla partecipazione dei lavoratori e dall’ampliamento degli sgravi anche per le fasce più fragili della società, in cui rientrano anche tanti lavoratori poveri e pensionati dei nostri settori, ai quali il governo deve saper dare risposte concrete”.