Sono 183 i lavoratori assunti con i fondi del PNRR nel sistema giustizia della Basilicata, una presenza che nei tribunali lucani rappresenta il 40 per cento della forza lavoro complessivamente impiegata: al Tribunale di Potenza 72 dipendenti su 158 sono PNRR, alla Corte d’appello 44 su 120, al Tribunale di Matera 28 su 99 e al Tribunale di Lagonegro 39 su 84. I dati, frutto di un monitoraggio della Cisl Fp, sono stati diffusi mercoledì scorso durante un’audizione dei sindacati in prima commissione del Consiglio regionale. La federazione della Cisl, rappresentata dalla segretaria regionale Giuseppina Setaro, ha consegnato un documento dettagliato sulla situazione del sistema giudiziario in Basilicata e sui rischi che si correrebbero in caso di mancata stabilizzazione del personale assunto con il PNRR: «Senza di loro molti uffici rischierebbero la paralisi operativa», ha ammonito Setaro, spiegando che «qui non stiamo parlando di contratti precari improvvisati ma di professionalità selezionate tramite pubblici concorsi: oltre 17.500 posti banditi a livello nazionale tra il 2021 e il 2024, con circa 12.000 persone oggi in servizio. Profili che spaziano dagli addetti all’Ufficio per il processo, definiti il braccio operativo della riforma Cartabia, ai tecnici e specialisti del concorso RIPAM che si occupano della digitalizzazione e dell’ammodernamento delle strutture.
Sulla questione interviene anche il segretario generale Giuseppe Bollettino che rivendica la posizione negoziale della Cisl Fp: «A differenza di chi proclama scioperi che non contribuiscono certo alla risoluzione dei problemi, la nostra strategia è presidiare i tavoli negoziali nazionali per trasformare i contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato e inserire nella prossima legge di bilancio la copertura finanziaria necessaria. Allo stesso tempo sollecitiamo la Regione Basilicata ad assumere un ruolo attivo nella vertenza, approvando un ordine del giorno di sostegno e sollecitando il Governo ad attivare un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per dare uno sbocco alla questione, che per la Cisl Fp significa allargare la platea degli stabilizzandi». Il percorso ha già prodotto un primo risultato con il decreto legge n. 25 del 14 marzo 2025, che ha previsto la stabilizzazione di 3.000 unità, poi salite a 6.000 con uno stanziamento di 136 milioni annui a partire dal 2027. Un passo che la Cisl Fp giudica insufficiente rispetto alla platea complessiva e privo di criteri trasparenti. La federazione cislina resta però attestata sulla linea del dialogo nella convinzione che «la trattativa istituzionale sia in questa fase lo strumento più indicato per ottenere risultati concreti e dare un futuro a migliaia di lavoratrici e lavoratori, centinaia in Basilicata, che con il loro impegno fanno funzionare la macchina della giustizia nella nostra regione», conclude Bollettino.