La Cisl accoglie favorevolmente la decisione della Giunta regionale di stanziare ulteriori 30 milioni di euro per sostenere e potenziare i servizi di welfare di prossimità in Basilicata. Per il segretario generale confederale Vincenzo Cavallo e per il segretario generale della federazione del pensionati Giuseppe Amatulli «si tratta di un segnale importante che intercetta una delle sfide più urgenti della nostra regione: portare assistenza, cura e dignità nelle aree interne, dove la popolazione invecchia, si assottiglia e, troppo spesso, rimane da sola a presidiare un territorio sempre più sguarnito di servizi e opportunità». Secondo Cavallo e Amatulli «il piano della Regione va nella direzione giusta, ma ora serve uno sforzo collettivo per tradurre le risorse in servizi reali, stabili, accessibili. Per noi, il welfare di prossimità non è uno slogan, ma una necessità concreta che si misura nei chilometri che separano un anziano dal suo medico, dalla farmacia, da un centro di socialità».
«Dobbiamo vigilare affinché questo stanziamento aggiuntivo – continuano i due dirigenti sindacali – sostenga progetti realmente innovativi da parte degli ATS in grado di allargare il perimetro della presa in carico delle fragilità, anche sperimentando nuove soluzioni. Per questo serve una regia intelligente che parta dall’ascolto dei territori e da una lettura accurata dei bisogni sociali, nella consapevolezza che ogni comunità ha bisogni diversi e soluzioni possibili già sperimentate sul campo. Serve inoltre un coinvolgimento attivo dei corpi sociali intermedi nella co-programmazione degli interventi, scelta che comporta un cambiamento di approccio alla cura, dove la comunità diventa parte attiva nella costruzione di un welfare generativo e condiviso».
Tra le priorità segnalate dalla Cisl e dalla Fnp Cisl: rafforzare l’assistenza domiciliare integrata, sostenere la non autosufficienza attraverso servizi territoriali stabili e professionalizzati, valorizzare i centri sociali e ricreativi come presìdi contro la solitudine, costruire una vera rete di segretariati sociali in grado di intercettare i bisogni emergenti, ma anche riconoscere il ruolo insostituibile dei caregiver, spesso lasciati soli ad affrontare l’enorme carico fisico ed emotivo della cura. «In troppi comuni della Basilicata – osservano Cavallo e Amatulli – i centri anziani sopravvivono con poco personale, pochi fondi, scarsa progettualità. Eppure sono luoghi preziosi: ospitano attività culturali, favoriscono l’incontro tra generazioni, prevengono l’isolamento. Con piccoli investimenti e la giusta visione, possono diventare il cuore pulsante di una comunità solidale».
Secondo i due dirigenti della Cisl «il welfare di prossimità deve includere l’accesso alla cultura, alla mobilità, alla comunicazione digitale. Dobbiamo superare la logica emergenziale e immaginare un sistema che non si limiti a intervenire quando una persona si ammala o perde l’autosufficienza. Dobbiamo accompagnare ogni fase della vita, valorizzare la partecipazione attiva, sostenere la qualità dell’invecchiamento. Per questo, è nostra intenzione lanciare una serie di iniziative pubbliche nei comuni lucani, coinvolgendo associazioni, amministratori e cittadini, per monitorare l’attuazione concreta dei fondi e raccogliere idee dal basso. I soldi ci sono, ma da soli non bastano: servono scelte coraggiose, alleanze territoriali, visione politica. Il welfare di prossimità può essere una svolta per la Basilicata, ma solo se diventa un progetto collettivo, capace di tenere insieme istituzioni, cittadini e comunità attraverso una rinnovata pratica della partecipazione», concludono Cavallo e Amatulli.