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Basilicata. Esposito (Sicet Cisl): «Stati generali della casa. Serve una strategia condivisa per rendere la casa accessibile a tutti»

Pubblicato il 25 Ott, 2025

«In Italia non mancano le abitazioni, ma manca una politica abitativa che indirizzi il mercato verso l’equità sociale». Così il segretario generale del Sicet Cisl, Fabrizio Esposito, che è intervenuto oggi a Torino agli Stati generali della casa organizzati da Forza Italia. Tra le misure prioritarie indicate dal Sicet, la revisione del sistema fiscale sulle locazioni: «Occorre favorire gli affitti a canone concordato, riservando la cedolare secca a chi pratica canoni sostenibili e coerenti con i redditi reali delle famiglie». L’obiettivo, ha spiegato Esposito alla platea degli Stati generali, è «incentivare comportamenti virtuosi, contrastando allo stesso tempo l’affitto in nero e le distorsioni del mercato», in un contesto dove «più di un milione di famiglie in affitto vive in povertà assoluta, segno di uno squilibrio sociale ormai insostenibile, come dimostra la recente vicenda di Bologna». 

Esposito ha sollecitato anche l’incremento delle detrazioni fiscali per gli inquilini, parificandole a quelle previste per i mutui della prima casa e l’aggiornamento dell’elenco dei Comuni ad alta tensione abitativa, includendo aree oggi escluse ma caratterizzate da valori immobiliari elevati. Tra le proposte, anche la creazione al ministero delle Infrastrutture di un Osservatorio sulla contrattazione con la partecipazione delle parti sociali, per evitare che «gli accordi separati trascinino i canoni concordati fino al livello di quelli di mercato, tradendo la ratio della normativa». Il segretario del Sicet Cisl ha suggerito infine l’istituzione di un fondo di garanzia per i proprietari che scelgono i canoni concordati e un piano per «rafforzare le infrastrutture materiali e digitali delle aree interne, dove ci sono migliaia di abitazioni inutilizzate che potrebbero tornare a nuova vita».

Sul fronte dell’edilizia pubblica, il segretario Sicet ha denunciato che «circa il 10% delle case popolari resta sfitto per mancate manutenzioni». Bene i progetti di rigenerazione urbana purché siano vincolati all’aumento dell’offerta di case popolari, «prevedendo quote obbligatorie di superfici da destinare all’edilizia residenziale pubblica», ed escludendo «la sottrazione definitiva delle vecchie case popolari per altri scopi, compreso il social housing, che deve comunque garantire affitti inferiori ai canoni concordati». Secondo Esposito il paese non può più fare a meno di una politica nazionale della casa, di qui l’esigenza di «una cornice nazionale di regole e finanziamenti certi», perché «la riforma del Titolo V ha mandato in cortocircuito il settore dell’edilizia residenziale pubblica: alcune Regioni sono ormai prossime all’implosione. Servono fabbisogni standard e obblighi di finanziamento in capo a Stato e Regioni perché la casa non può essere trattata come una merce, ma come un diritto sociale fondamentale», ha concluso il segretario generale del Sicet Cisl.