Basilicata. Oggi a Potenza l’attivo sindacale di Cgil Cisl Uil della Basilicata in preparazione della manifestazione di Napoli del 20 maggio

Si è tenuto oggi a Potenza, nella sala conferenze del museo archeologico provinciale, l’attivo sindacale di Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, con la nutrita partecipazione di dirigenti e delegati, in preparazione della manifestazione nazionale unitaria sul tema «Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti» che si svolgerà a Napoli il prossimo 20 maggio e che fa parte del calendario di mobilitazione lanciata dai sindacati confederali con le manifestazioni di Bologna e Milano, oltre che Napoli. La mobilitazione ha l’obiettivo di sostenere le richieste unitarie avanzate da Cgil, Cisl e Uil e dalle categorie nei confronti del Governo e del sistema delle imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali con particolare attenzione per il Mezzogiorno. I sindacati chiedono concreti risultati in materia di tutela dei redditi dall’inflazione e aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati. Ancora, riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie, potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza. Per Cgil, Cisl e Uil è necessario un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione. Dai sindacati confederali anche un forte appello per dire basta alle morti e agli infortuni sul lavoro.

“Occorre ridare valore al lavoro – hanno detto i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, Fernando Mega, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli – eliminare i subappalti a cascata e incontrollati e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato. Chiediamo una riforma del sistema previdenziale e politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo e puntando alla piena occupazione. Ritorniamo in piazza per chiedere investimenti sulla sanità, sulla scuola, sull’università e la ricerca, risorse per una riforma strutturale delle pensioni, insieme a strumenti adeguati per favorire un’occupazione stabile e qualificata. Cambiamento per noi significa anche mettere in campo le azioni necessarie a realizzare gli investimenti e le riforme previsti dal Pnrr, rafforzando un modello di governance partecipata che veda l’azione congiunta di Governo, Regioni, enti locali e parti sociali, per attuare i progetti e per favorire la spesa effettiva ed efficace delle risorse previste. I provvedimenti che il Governo ha messo in campo con il Def non vanno in questa direzione, né nel merito né per il metodo: le organizzazioni sindacali sono state di fatto escluse da un confronto preventivo e sono state semplicemente informate delle decisioni di volta in volta assunte dal Consiglio dei ministri».

In continuità con la festa del Primo Maggio, che per la prima volta si è svolta in Basilicata, a Potenza, «la manifestazione di Napoli ha l’obiettivo centrale di rimettere al centro il Mezzogiorno con i suoi temi specifici e rappresenta una nuova risposta popolare contro la strategia di autonomia differenziata a difesa della Costituzione e dell’unità del Paese», hanno aggiunto i tre leader confederali. L’attivo è stato anche l’occasione per ribadire le richieste di Cgil, Cisl, Uil al governo regionale: «Il Documento di economia e finanza, così come definito dalla giunta regionale – hanno ribadito Mega, Cavallo e Tortorelli – appare senza respiro e non dà risposte alle criticità già sottoposte all’attenzione del presidente Vito Bardi per il Piano strategico regionale. Non è stato elaborato attraverso un autentico dialogo sociale e quindi continua a trascinarsi tutte le sue lacune iniziali. È particolarmente grave l’assenza di un Piano del lavoro, così come un disegno organico sulla sanità. Risorse marginali sono riservate alla ricerca e all’innovazione, mentre restano scarsi i fondi destinati all’inclusione, all’equità sociale e alle politiche di welfare. Così non va – hanno concluso i segretari –, occorre un luogo deputato al confronto permanente con il sindacato come scelta strategica di partecipazione e di rafforzamento delle misure della programmazione regionale. Questa è la sfida vera».

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