Le lavoratrici ed i lavoratori dell’industria alimentare, della forestazione e del settore idraulico hanno compreso le ragioni della FAI e della CISL e deciso di non scioperare
Il dato che emerge dalle adesioni allo sciopero vicino allo zero indetto da Cgil e Uil dimostra con chiarezza che i lavoratori e le lavoratrici della Basilicata del settore agroalimentare hanno capito che la natura della protesta aveva soltanto il sapore di una protesta politica, ideologica e che non avrebbe fatto avanzare di un centimetro le tutele e le conquiste del mondo del lavoro. Emblematico è il dato che viene fuori dalle grandi realtà industriali del settore alimentare e della forestazione:
- FERRERO: su 348 addetti solo 4 scioperanti;
- BARILLA: su 142 addetti solo 4 scioperanti;
- COCA COLA : su 90 nessun scioperante;
- CONSORZIO DI BONIFICA FORESTAZIONE : su 412 nessun scioperante;
- CONSORZIO DI BONIFICA IDRAULICO: su 212 solo 2 scioperanti.
Premesso che va sempre rispettato il diritto allo sciopero e chi lo esercita, un dato cosi basso di adesione dovrebbe far riflettere soprattutto le organizzazioni
sindacali che lo hanno indetto. I lavoratori hanno ben chiaro quali sono state le ragioni della Fai Cisl di non aderire perché la protesta fine a se stessa non
avrebbe portato nessun beneficio alle condizioni economiche e sociali dei lavoratori lucani. Come Fai Cisl pensiamo che sia importante stare agganciati ai tavoli della contrattazione, continuare il confronto su tutti i tavoli istituzionali nazionali, regionali e con le aziende agroalimentari presenti sul territorio lucano per cercare
di migliorare le condizioni dei lavoratori della Basilicata. E proprio su questo aspetto è necessario che la Regione Basilicata rispetti l’impegno assunto nell’ultimo incontro per i 2550 lavoratori della forestazione di pagare entro fine mese gli stipendi. Ci auspichiamo che questo ritardo sia utile a mettere in pagamento oltre la retribuzione di ottobre anche quella di novembre.