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Cisl: Il futuro della Basilicata è nel modello Smart Land

Pubblicato il 14 Lug, 2025


Come saranno le città del futuro? Più sostenibili, resilienti e partecipative, ovvero a misura di cittadino, come emerge dai dati dell’EY Smart City Index 2025 che offre una panoramica aggiornata e approfondita sullo stato di avanzamento delle città a livello globale nella loro transizione verso modelli più intelligenti e sostenibili. Il centro studi della Cisl Basilicata, diretto dalla sociologa Luana Franchini, ha dedicato al fenomeno Smart City il focus del nuovo numero di Congiunture, report periodico di analisi economica e sociale. Nel focus si sottolinea come «le Smart City non siano più un concetto futuristico, ma una realtà in continua evoluzione, spinta dalla convergenza di tecnologie digitali, infrastrutture connesse e una crescente consapevolezza della necessità di migliorare la qualità della vita urbana, l’efficienza dei servizi e la sostenibilità ambientale. La filosofia alla base delle Smart City – precisa la responsabile del centro studi – va ben oltre la mera implementazione di tecnologie avanzate: si tratta di un approccio olistico allo sviluppo urbano che mira a migliorare la vivibilità, la sostenibilità e la resilienza delle città attraverso l’uso strategico di dati, tecnologie digitali e innovazione».

Ma quali condizioni deve soddisfare un contesto urbano per essere considerato smart? L’EY Smart City Index analizza diverse dimensioni, tra cui la connettività digitale, la mobilità intelligente, l’energia e l’ambiente, la governance e la partecipazione civica, l’innovazione sociale ed economica, fornendo un quadro comparativo delle performance delle città e identificando le migliori pratiche e le sfide ancora da affrontare. Per quanto riguarda la Basilicata, si registra un andamento divergente tra Potenza e Matera. Infatti, mentre il capoluogo di regione con il punteggio di 34,06 si conferma in zona rossa per transizione digitale, transizione ecologica, inclusione sociale e l’attrattività, perdendo due posizioni nella graduatoria nazionale (dalla 88ma alla 90ma), la Città dei Sassi, anche per effetto della coda lunga di capitale europea della cultura, guadagna 27 posizioni (era 65ma nel 2022, nel 2025 si classifica alla 32ma posizione con il punteggio di 51,6), grazie soprattutto agli avanzamenti registrati nelle transizioni ecologia e digitale (ma deve migliorare sulla dimensione della inclusione sociale). Non solo, Matera risulta anche tra le città più smart sotto gli 80 mila abitanti insieme a Pavia e Pordenone.

«Con la sua esperienza come Capitale Europea della Cultura 2019 – osserva Franchini – Matera ha da tempo intrapreso un percorso di innovazione che ha toccato ambiti come la mobilità elettrica, la gestione intelligente dei flussi turistici e l’utilizzo della tecnologia per la valorizzazione del patrimonio culturale, e di questo si vedono i frutti nelle classifiche attuali. La sfida per Matera risiede nell’estensione di queste iniziative ad altre variabili e nell’integrazione dei servizi digitali per la cittadinanza non legati direttamente al turismo. Mentre Potenza, in quanto capoluogo di regione, dovrebbe concentrarsi maggiormente su aspetti legati alla governance intelligente, all’efficienza amministrativa e alla gestione dei servizi pubblici essenziali, la gestione della mobilità urbana intermodulare, servizi di mobilità a chiamata, soprattutto per i soggetti vulnerabili, facendo da traino anche verso i comuni limitrofi e dando piena attuazione all’idea di città estesa oltre i confini amministrativi».

L’idea della Cisl Basilicata è di passare dal concetto di Smart City a quello di Smart Land in una logica di inclusione territoriale. «La Basilicata, caratterizzata da vaste aree interne, poco densamente popolate, che affrontano sfide cruciali come l’isolamento, la scarsità di servizi e la difficoltà di sviluppo economico, dovrebbe adottare un approccio Smart City ma in ottica regionale, pensando ad un complessivo ecosistema Smart», spiega Franchini nel focus, aggiungendo che «questa metodologia non riguarda solo la tecnologia, ma si declina in un modo di pensare e di agire ecosistemico per creare comunità più vivibili e sostenibili, e può rappresentare una grande opportunità per migliorare la qualità della vita, promuovere l’innovazione e favorire uno sviluppo sostenibile anche in queste zone».

«La carenza di servizi pubblici essenziali, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti alla connettività, rappresenta un ostacolo significativo allo sviluppo e alla permanenza degli abitanti, soprattutto giovani. A queste condizioni date – propone Franchini – la Basilicata deve rispondere con il concetto di Smart Land, inteso come un modello di sviluppo territoriale che estende i principi delle Smart City a un’intera area vasta, rurale o interna, utilizzando le tecnologie digitali e l’innovazione per garantire l’accesso ai servizi essenziali, come la sanità che potrebbe fare un salto di qualità con la diffusione capillare della telemedicina, del monitoraggio da remoto dei pazienti, soprattutto per le patologie croniche, ma anche la mobilità».

«Smart Land significa letteralmente territorio intelligente, un ambito territoriale nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise orientate ad aumentare la competitività e attrattività del territorio con un’attenzione specifica alla coesione sociale, alla innovazione, alla diffusione della conoscenza, alla creatività, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini. La trasformazione in Smart Land non è solo un’opportunità, ma una necessità per la Basilicata. Richiede una visione strategica regionale tradotta in investimenti e una forte collaborazione tra enti locali, università, imprese, attori sociali e comunità. Solo così la Basilicata potrà trasformare le sue “aree interne” da elementi di debolezza a catalizzatori di un nuovo modello di sviluppo territoriale sostenibile e inclusivo, mettendo in modo le energie rammentate che non riescono ad essere leva di cambiamento, ma che messe insieme con un approccio Smart possono essere una significativa massa critica di evoluzione territoriale», conclude la responsabile del centro studi della Cisl Basilicata.

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