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Lavoro e sostenibilità, la provincia di Potenza guida la domanda di professionalità con competenze green

Pubblicato il 27 Ago, 2025

Lavoro e sostenibilità, la provincia di Potenza guida la domanda di professionalità con competenze green
Secondo il centro studi della Cisl Basilicata meccatronica e turismo spingono le assunzioni verso tematiche come la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, ma l’emigrazione giovanile è una minaccia. Per la Cisl «serve investire in formazione continua»
 
Potenza, 27 agosto 2025 – La Basilicata si conferma protagonista della transizione ecologica, con la provincia di Potenza che svetta a livello nazionale nella richiesta di profili professionali dotati di competenze verdi. Lo sostiene il centro studi della Cisl Basilicata citando il Green Skills Report 2024 di Unioncamere, elaborato a partire dai dati del Sistema Informativo Excelsior. Dal report emerge che in 9 casi su 10 le imprese della filiera meccatronica del potentino cercano profili professionali capaci di integrare nei processi produttivi pratiche di sostenibilità ambientale e risparmio energetico. Un dato che supera di gran lunga la media nazionale (58,1%) e che racconta di un tessuto imprenditoriale dinamico, orientato al futuro e pronto a cogliere le opportunità offerte dal Clean Industrial Deal, il piano presentato dalla Commissione europea il 26 febbraio scorso per rafforzare la competitività industriale europea in chiave green. Accanto al comparto meccatronico, anche il settore turistico-alberghiero e della ristorazione in Basilicata, e in particolare nell’area di Potenza, mostra una crescente esigenza di professionalità capaci di gestire prodotti e tecnologie sostenibili: in circa 7 casi su 10 le assunzioni programmate riguardano figure con competenze green. Una richiesta che riflette il nuovo orientamento dei flussi turistici, sempre più attenti alla qualità ambientale dei territori e alle pratiche di ospitalità a basso impatto. 
 
«Questi dati raccontano che il sistema delle imprese del settore meccatronico e del settore turistico in Basilicata hanno fame di profili lavorativi con competenze verdi», commentano il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo e la responsabile del centro studi Luana Franchini, secondo cui «siamo davanti ad un segnale molto positivo ed incoraggiante perché è indicativo di una economia dinamica che guarda al futuro e che ha volontà di cogliere la sfida della transizione verde». Tuttavia, la regione si trova di fronte a una sfida cruciale: il mismatch tra domanda e offerta di lavoratori qualificati. Se da un lato la transizione ecologica spinge le assunzioni verso profili con solide competenze ambientali e di risparmio energetico, dall’altro bisogna fare i conti con la carenza di candidati adeguatamente formati. Un problema aggravato dal fenomeno dell’emigrazione giovanile, che priva la regione delle generazioni più predisposte alla formazione continua e al cambiamento. Una criticità che rischia di rallentare il percorso di innovazione industriale e di sottrarre alla Basilicata il capitale umano necessario per guidare la transizione verde. 
 
Una possibile risposta, secondo la Cisl, è puntare sulla formazione. Le soluzioni passano attraverso strumenti già disponibili ma ancora poco sfruttati: i fondi paritetici, la bilateralità e in particolare il Fondo nuove competenze, istituito dal ministero del Lavoro per sostenere la riqualificazione dei lavoratori nelle aree del digitale e delle transizioni ecologiche. Misure che, oltre a finanziare la formazione, coprono parte dei costi del lavoro per le imprese, rendendo più accessibile l’investimento in capitale umano. «Le competenze green – concludono Cavallo e Franchini – non sono più un’opzione, ma una necessità impellente. La Basilicata ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio di sostenibilità, ma deve puntare su un grande patto formativo tra istituzioni, imprese e lavoratori. È l’unico modo per trasformare la sfida ecologica in una vera opportunità di sviluppo e occupazione». La sfida per la Basilicata, e per Potenza in particolare, è dunque duplice: colmare il gap di competenze che separa l’offerta formativa dalle esigenze del mercato e contrastare l’emorragia giovanile che impoverisce il territorio. Solo così il potenziale di un’economia lucana verde, resiliente e competitiva potrà trasformarsi in realtà.