L’accesso alla casa a Rimini non è più una semplice urgenza, ma una vera e propria emergenza sociale strutturale che minaccia la coesione territoriale. È questo il messaggio lanciato congiuntamente da CISL Romagna e SICET Romagna, che uniscono la denuncia sociale ai dati economici drammatici per chiedere al Governo e agli enti locali un cambio di passo immediato. Il dibattito ha toccato il suo culmine al convegno ACER che si è tenuto venerdì 25 ottobre a Rimini ospitato da SGR e organizzato da Acer Rimini in collaborazione con la Rete delle Professioni Tecniche, il Piano Strategico di Rimini / Romagna Next, ANCE, dove la Segretaria CISL Romagna, Elena Fiero, ha commentato la crisi abitativa locale e avanzato proposte.
Rimini: la capitale del caro affitti e il deficit di alloggi socialiI numeri testimoniano una distorsione del mercato unica nel suo genere. La provincia di Rimini ha vissuto un’escalation dei canoni di locazione, con la città posizionata tra le più care e un aumento del costo al metro quadro del +31,4%. Il rapporto sull’andamento dei prezzi conferma che il riminese ha registrato un’impennata eccezionale, arrivando a raddoppiare i valori in quattro anni (+112% tra il 2020, 11,8 €/m², e il 2024, 25,0€/m²). Sebbene il mercato abbia subito una correzione nel 2025, il valore medio previsto per il 2026 si attesta ancora tra i 21,0€/m² e i 23,0 €/m², insostenibili per chi lavora. Una situazione che ha portato quasi 2500 famiglie (anche dove lavorano almeno due persone) a presentare domanda di bonus affitto nel 2024.A fronte di questo boom, la carenza di offerta per la residenza è strutturale: la città conta 12.600 case che figurano come vuotee ben 400 alberghi inutilizzati. Inoltre, l’edilizia sociale è in crisi: ci sono solo circa 2300 appartamenti ACER ERP ed ERS a fronte di una lista d’attesa che ne richiederebbe il doppio.
Elena Fiero CISL Romagna: “ridisegnare la Città”.
Nel suo intervento al convegno ACER, la Segretaria Elena Fiero ha insistito sulla necessità di una pianificazione urbana coraggiosa per risolvere il paradosso tra strutture ricettive vuote e l’impossibilità, anche per categorie essenziali (sanitari, insegnanti, forze dell’ordine), di trovare casa. “La situazione è insostenibile e le conseguenze sulla nostra capacità di trattenere forza lavoro sono drammatiche. La carenza di alloggi ERP ed ERS, ma anche di quelli privati è un freno allo sviluppo e un problema di equità sociale. Per questo, il PUG deve essere lo strumento per una riconversione coraggiosa. Dobbiamo creare da 400 alberghi vuoti e dalle colonie fatiscenti oltre a nuove forme di offerta turistica, anche studentati, foresterie per la forza lavoro stagionale certo, ma anche appartamenti accessibili per residenti. È una battaglia per la vivibilità: abbiamo bisogno di case per chi qui vuole vivere e lavorare. Anche le imprese su questo possono giocare un ruolo”.“È un imperativo di equità: l’edilizia pubblica e sociale deve mischiarsi all’edilizia privataper non creare ‘ghetti’ e per garantire la piena integrazione. Si può inoltre aumentare l’offerta di alloggi ottenendo appartamenti in gestione pubblica al posto degli oneri di urbanizzazione, trovando soluzioni innovative al blocco del consumo di suolo. Inoltre, è fondamentale che i Comuni si assumano la responsabilità di questa emergenza. Chiediamo con forza l’istituzione di un tavolo permanente per le politiche abitative con i Distretti socio-sanitari e l’adozione di un approccio integrato e in area vasta, che affronti anche la mobilità verso le aree interne come parte della soluzione, dove gli affitti sono più moderati.
Luca Giacobbe SICET Romagna: equità fiscale e regolamentazione
A rafforzare il fronte sindacale interviene Luca Giacobbe, Segretario SICET Romagna, che focalizza l’attenzione sulla regolamentazione fiscale per riportare equità nel mercato delle locazioni. “La casa è una emergenza sociale strutturale. Per sgonfiare i prezzi speculativi e combattere le irregolarità (finti comodati d’uso e affitti in nero), a livello nazionale occorre ristabilire l’obbligo del pagamento tracciabile dei canoni di affitto e parificare le detrazioni fiscali di chi paga l’affitto a quelle di chi paga un mutuo casa.””Sugli affitti brevi, l’aumento dell’aliquota della cedolare secca al 26% per i contratti sotto i 30 giorni è una proposta del Governo interessante, che auspichiamo venga accompagnata dal reinvestimento del gettito in politiche abitative. Parallelamente, dobbiamo rinnovare l’accordo sul canone concordato in provincia, prevedendo dei limiti agli aumenti ISTAT automatici che lo hanno ormai parificato al libero mercato, neutralizzando i vantaggi per l’inquilino, pur mantenendo quelli per i proprietari.”In conclusione, entrambi i leader sindacali hanno ribadito che, nonostante i 10 milioni dedicati dalla Regione siano un primo passo, serve urgentemente rifinanziare il fondo affitti nazionale e ottenere finalmente quel vero piano casa nazionale che tarda a essere realizzato.


