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Emilia R. Immigrazione. Cisl: “Appello ai parlamentari reggiani per approvare subito legge su ius scholae”

Pubblicato il 29 Giu, 2022

Approvare al più presto la legge sullo ius scholae. Lo chiede la Cisl Emilia Centrale appellandosi ai parlamentari reggiani in occasione della riapertura oggi alla Camera della discussione sulla proposta di legge di riforma della cittadinanza italiana.

La proposta di legge – “una norma di civiltà”, per la Cisl – prevede l’introduzione del cosiddetto ius scholae, ovvero la possibilità di diventare italiano per i minori stranieri nati nel nostro Paese o che vi abbiano fatto ingresso entro i 12 anni di età, e che qui abbiano risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbiano frequentato regolarmente, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale.

L’attuale normativa risale al 1992 ed è basata principalmente sul diritto di sangue (ius sanguinis), ovvero è italiano chi nasce da genitore italiano.
In caso contrario, è possibile far valere la nascita in Italia solo al compimento dei 18 anni e se si è avuta una residenza continuativa.

«L’attuale legislazione è lontana dalla realtà italiana e modenese – dichiara il segretario generale aggiunto della Cisl Emilia Centrale Domenico Chiatto, responsabile delle politiche per l’immigrazione -. A Reggio Emilia gli stranieri sono 64.195, di cui 15.407 minori. È ingiusto che queste ragazze e ragazzi di seconda/nuova generazione, nati qui o arrivati da piccoli, che qui crescono e si formano come cittadini, frequentano la scuola, stringono amicizie, progettano il loro futuro e si sentono italiani, incontrino tante difficoltà a poterlo essere formalmente. Sono italiani di fatto, ma non di diritto, perché ancora privi della cittadinanza. Questa è una ferita che va sanata entro la fine della legislatura».

In Emilia-Romagna i cittadini stranieri sono il 12,7% della popolazione; di questi il 21,2% è minore. I nati stranieri nel 2020 rappresentano il 24,5% del totale dei nati.
Se si osservano le fasce di età, il 93,5% dei bambini stranieri tra 0 e 5 anni è nato in Italia, mentre lo è il 75,7% nella fascia 6-13 anni.

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