«Inflazione, caro bollette, caro benzina, costi energetici, assenza di materie prime, rischi sulla tenuta occupazionale. È una “tempesta perfetta” quella che si sta abbattendo anche su Modena, mettendo in pericolo la tenuta economica delle famiglie e del tessuto produttivo, con ricadute sulla coesione sociale».
Lo scrivono Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale e Uil di Modena e Reggio, preoccupate per l’attuale situazione che sta colpendo in particolare alcuni settori economici strategici del territorio, come il ceramico e l’agroalimentare. Per i sindacati l’obiettivo primario è garantire la tenuta occupazionale e immaginare il futuro della nostra economia dopo la transizione ambientale e produttiva.
«Pur consapevoli che questa “tempesta perfetta” ha una molteplicità di cause, non ultimo il conflitto Russia-Ucraina, e che si determina dentro a un sistema, come quello della produzione, gestione e distribuzione dell’energia, altamente complesso, gli effetti sono immediati e si scontano sul territorio, perché tutto ciò assesta un ulteriore colpo al potere di acquisto di salari e pensioni – affermano i segretari generali di Cgil Modena Daniele Dieci, Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo e Uil di Modena e Reggio Luigi Tollari –
Si rischia di spostare il costo sociale sulla popolazione, specialmente sulle fasce più fragili. Non solo: si rischia di disperdere la qualità e solidità di interi pezzi di tessuto produttivo, che hanno fatto la storia di questi territori e che vedono occupate decine di migliaia di persone. Per queste ragioni – continuano i sindacalisti – sollecitiamo tutti i soggetti coinvolti nel processo decisionale pubblico a intervenire urgentemente al fine di impedire che a pagare i costi di questa situazione siano sempre e solo i lavoratori e pensionati».
Le organizzazioni sindacali sollecitano investimenti pubblici e privati a favore della transizione ecologica (giusta e sostenibile); contrasto alle logiche speculative che rischiano di insinuarsi nei processi economici (volubili ed esposti ai mercati); interventi non solo sul fronte delle tariffe (per contenere gli aumenti e garantire nuove fonti di approvvigionamento), ma anche per sostenere le famiglie che si trovano in situazione di maggiore difficoltà; sviluppo di politiche industriali serie.
«Chiediamo che le forze sociali che rappresentano il mondo del lavoro siano inserite in un nuovo modello di partecipazione territoriale, per garantire la redistribuzione dei sacrifici e una risposta di comunità complessiva, in un confronto che tenga unito il territorio», concludono Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale e Uil di Modena e Reggio.