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Emilia Romagna. Cisl: «Donne penalizzate sul lavoro, serve più contrattazione»

Pubblicato il 28 Mar, 2022



«Ci preoccupa la flessione degli occupati, ma soprattutto il calo del numero di persone in cerca di lavoro – dichiara la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo commentando le rilevazioni della Camera di commercio di Modena https://www.mo.camcom.it/informazione-economica/informazione-economica/news/nel -2021-forte-calo-delle-persone-in-cerca-di-lavoro – 
Rivela una sfiducia crescente verso una situazione economica che sta peggiorando anche nel nostro territorio. Oltre 4 mila ceramisti sono in cassa integrazione, l’agricoltura è in difficoltà a causa della siccità, il commercio è ancora in crisi, è ricomparsa l’inflazione, rincarano le bollette energetiche di famiglie e imprese. 
In più – continua Papaleo – cresce il divario occupazionale tra donne e uomini. L’anno scorso in provincia di Modena le donne assunte a tempo indeterminato sono state 1.640, a fronte di 5.350 uomini. A quanto pare, le imprese scaricano sulle donne le incertezze dovute alla pandemia. 
Nel 2021 – aggiunge la segretaria Cisl – in Emilia-Romagna il tempo indeterminato ha interessato il 9,6% delle assunzioni femminili, contro il 14,2% delle assunzioni maschili. 
Se guardiamo le trasformazioni da rapporti di lavoro ‘altri’ a rapporti a tempo indeterminato, scopriamo che il 61,65% delle trasformazioni riguarda gli uomini, il 38,35% le donne. 
Insomma – spiega Papaleo – il lavoro non standard per le donne non favorisce certo la loro stabilizzazione occupazionale. Noi contrastiamo la prevalenza femminile tra le tipologie contrattuali più precarie che, tra l’altro, si ripercuotono sulle retribuzioni: le donne guadagnano in valore assoluto circa il 30% meno dei colleghi. 
Per questo – conclude la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale – chiediamo più contrattazione a tutti i livelli per creare lavoro stabile e di qualità per tutti, a partire dalle donne e dai giovani».  

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