Emilia Romagna. A dieci anni dal terremoto nella Bassa Modenese: il benvenuto di Cgil Cisl Uil a Mattarella oggi in visita nelle zone del sisma. Lunedì 23 a Finale Emilia, Tavola Rotonda su memoria e ricostruzione


Cgil, Cisl e Uil dell’Area Nord Modenese danno il benvenuto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita oggi a Medolla e Finale Emilia. 
«Sono passati dieci anni dalle tragiche giornate del maggio 2012, quando una serie di eventi sismici colpì l’Area Nord modenese portando morte, macerie e disperazione – scrivono Cgil Cisl Uil – Una prima scossa il 20 maggio, la più violenta, di magnitudo 5.9 con epicentro a Finale Emilia. Poi uno sciame sismico culminato in una seconda scossa, altrettanto devastante, di magnitudo 5.8 nella zona tra i Comuni di Medolla, San Felice sul Panaro e Mirandola. Un totale di 28 vittime e 300 feriti in tutta l’area interessata al sisma, comprese le province limitrofe. 
Il primo terremoto “industriale” che ha colpito un distretto industriale che vale il 2,4% del Pil nazionale. 
In quei giorni convulsi, dopo il 20 maggio 2012, tutti ricordano la ricerca continua di informazioni al telefono e il viavai intenso di persone a piedi e in auto tra la propria abitazione, le fabbriche, i centri di accoglienza e i centri allestiti dai Comuni per rispondere alle prime esigenze: come e quando poter rientrare nella propria abitazione, come e quando poter rientrare in fabbrica. 
Le organizzazioni sindacali chiesero da subito l’attivazione di tutti gli ammortizzatori sociali “ordinari” per i lavoratori e chiesero alla Regione Emilia-Romagna di estendere gli ammortizzatori “in deroga” a tutte le tipologie di lavoratori. Da subito si chiese al Governo una decretazione d’urgenza per la copertura dei sostegni a lavoratori, famiglie e imprese. 
In poco tempo, anche grazie alla solidarietà delle strutture nazionali e territoriali, si riuscì a tenere aperti gli uffici sindacali sotto i gazebo, nei camper e nei prefabbricati. 
Da subito si diede corso ai confronti con le aziende sulle delocalizzazioni, che si pretendevano temporanee, e sulle primissime norme di sicurezza anti-sismica per ripristinare velocemente l’agibilità delle strutture ancora utilizzabili. Ci si confrontò con le aziende sulla messa in sicurezza delle strutture, sui travi che dovevano essere imbullonati, sui muri che dovevano essere incatenati. Questi temi diventarono anche occasioni di conflitto sull’interpretazione delle norme, così come è avvenuto per i protocolli di sicurezza sulla pandemia. 
I primi mesi dopo il terremoto furono una “corsa contro il tempo”: per attivare nell’immediato gli ospedali, riaprire le scuole in settembre, creare una legislazione ad hoc che evitasse i pericoli già attraversati da altre zone terremotate: la delocalizzazione delle strutture produttive, la desertificazione dei centri abitati e il dilagare dell’illegalità nel territorio. 
Dopo dieci anni – continuano Cgil Cisl Uil – possiamo dire che quei pericoli sono stati evitati. Le aziende, nonostante le polemiche sulla burocrazia, non hanno delocalizzato perché si è scelta una ricostruzione che non è stata un semplice rifacimento, ma una vera e propria riprogettazione degli spazi e del processo produttivo coperto da risorse pubbliche e rivolto al futuro. 
I paesi, nonostante i ritardi nei centri storici e nei luoghi di aggregazione, non sono stati abbandonati. 
La criminalità organizzata e le illegalità sono state contrastate, come dimostrano i vari processi Aemilia e White List in cui le organizzazioni sindacali si sono costituite parte civile. 
Il territorio è stato sicuramente segnato, ma ha reagito. È la rete sociale, produttiva e istituzionale ad aver tenuto. Grazie a questa rete si è mantenuta la fiducia a continuare a lavorare e vivere in queste zone. 
Diamo il nostro benvenuto al presidente Mattarella, perché rappresenta lo spirito di questa unità nazionale. 
Tuttavia rimane ancora da fare: 1.100 pratiche private ancora da portare a termine, molti edifici pubblici e luoghi di aggregazione da ricostruire, centri storici da rivitalizzare non solo come spazi commerciali, culturali e di servizi, ma anche come luoghi di coesione sociale. 
Non vogliamo dimenticare quanto avvenuto. Per questo lunedì 23 maggio a Finale Emilia ricorderemo sia quei tragici momenti sia gli anni della ricostruzione con alcune testimonianze e la partecipazione delle istituzioni», concludono Cgil Cisl Uil dell’Area Nord modenese.

“Dieci anni dal sisma: la memoria e la ricostruzione” è il titolo dell’incontro con tavola rotonda promosso da Cgil Cisl Uil e sindacati pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati di Modena e Area Nord per lunedì prossimo 23 maggio a Finale Emilia, allo scopo di ricordare il tragico terremoto che dieci anni fa colpì il territorio dell’Area nord modenese.
L’appuntamento è alle 9:30 nell’aula magna del liceo Morandi di Finale Emilia (via Digione 20). Coordina l’iniziativa William Manfredini della segreteria Uilp Uil Modena e Reggio Emilia.
Si inizia con la proiezione della clip realizzata da Stefano Massari e Carlotta Cicci (agenzia Disforme di Modena) che mette a confronto le distruzioni prodotte dalle scosse di terremoto del 20 e 29 maggio 2012 con la ricostruzione attuale.
Seguono il saluto del sindaco di Finale Emilia Marco Poletti, l’introduzione di Daniele Dieci (segretario Cgil Modena) a nome di Cgil Cisl Uil, le testimonianze di cittadini di Finale Emilia, Concordia e San Felice sul Panaro che hanno vissuto quella drammatica esperienza. Porta i saluti dei sindacati pensionati Rossana Boni, segretaria aggiunta Fnp Cisl Emilia Centrale.
La tavola rotonda vede la partecipazione di Ivan Pedretti (segretario nazionale Spi Cgil), Emilio Didonè (Fnp Cisl nazionale), Carmelo Barbagallo (segretario nazionale Uilp Uil) e Davide Baruffi (sottosegretario Presidenza Giunta Regione Emilia-Romagna). Modera il dibattito Francesco Dondi, giornalista della Gazzetta di Modena.
All’indomani del sisma, l’iniziativa dei sindacati pensionati nazionali di Cgil Cisl Uil portò all’apertura di una sottoscrizione tra tutti i pensionati iscritti. Furono raccolti 400 mila euro destinati alla costruzione di sette micro residenze per anziani a Finale Emilia (sei per gli ospiti, una per gli infermieri), finanziate insieme alla devoluzione della Croce Rossa.
Per questo atto di solidarietà l’allora sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli conferì la cittadinanza onoraria ai tre segretari generali dei sindacati pensionati di allora di Cgil Cisl Uil.
«Nella discussione si toccheranno diversi temi, partendo proprio dall’importanza della solidarietà dei sindacati pensionati e dei loro iscritti – annunciano Cgil Cisl Uil – Poi la ricostruzione.
Scuole e aziende sono state le prime a ripartire, anche la case private sono a buon punto, ma 1.100 edifici privati devono ancora essere ricostruiti.
Il problema principale rimane il ritardo nella ricostruzione degli edifici pubblici, monumenti e chiese. Lo stesso dicasi dei centri di aggregazione, importanti per anziani e i giovani.
Il territorio dell’Area Nord modenese presenta, inoltre, problemi di invecchiamento significativo della popolazione e serve perciò l’adeguamento dei servizi socio-sanitari per affrontare esigenze già presenti oggi e che aumenteranno in futuro. Il caso emblematico è la ricostruzione della Casa della Salute di Finale Emilia che deve ancora essere ultimata nella parte dichiarata inagibile»

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