Dal3al 21 dicembre nella saletta di vicolo degli Ariani 4/a Ravennasarà visitabile la mostra fotografica Breakingfree di Forgotten children of war.La mostra è organizzata da IscosEmilia-Romagnae assessorato alle Politiche e cultura di genere del Comunedi Ravennanel contesto della rassegna “Una società per relazioni” e incollaborazione con CislRomagna,LegacoopRomagna,AnolfRavenna odv,AnteasEmilia-Romagna APS,AmnestyEmilia-Romagnae Grupposcout Agesci San Mauro Pascoli.L’allestimento sarà a cura di SenedinHrnjicadell’associazione ZaboravljenaDjeca Rata. L’inaugurazioneè prevista alle 16.30di domenica 3dicembrenella sala Spadolinidella Biblioteca Oriani in via Corrado Ricci 26,con gli interventi di FedericaMoschini,assessora alle Politiche e cultura di genere; FrancescoMarinelli,segretario generale CislRomagna;AlbaBonetti,presidente AmnestyItalia Ajna Jusić,presidente ZaboravljenaDjeca Rata;AlenMuhić,ZaboravljenaDjeca Rata,AndreaCortesie TamaraCvetković,IscosEmilia-Romagna. Natadagli attivisti dell’associazione Forgotten children of war(Zaboravljena djeca rata), la mostra “Breaking Free” traeispirazione dalle storie di madri e dei loro bambini nati daglistupri di guerra; è la storia di battaglie ignorate dalleistituzioni per moltissimi anni. Queste vicende, rimaste nell’ombrasotto il segno dello stigma e della discriminazione, con forzareclamano di uscire allo scoperto e di raccontare l’oscurità chehanno vissuto ed il contesto in cui si inseriscono: una societàmartoriata dai nazionalismi. Da diversi anni Iscos Emilia-Romagnasostiene le azioni di Zdr e promuove la mostra Breaking Free inItalia e in Europa. L’esposizionesi compone di 25 foto realizzate dall’artista franco-siriano SakherAlmonem che Ajna Jusić, presidente dell’associazione ZaboravljenaDjeca Rata, presenta in questi termini: “Ciò che noi consideriamodavvero importante e significativo di questa mostra, è che le nostremadri, comprese le donne che sono sopravvissute agli stupri durantela guerra, parleranno ad alta voce e invieranno, insieme ai bambininati a causa della guerra, un messaggio comune. Per una società dieguali valori e non una società delle discriminazioni”. ASarajevo alcuni anni fa è nata la prima associazione di giovani natidagli stupri di guerra degli anni ’90. Sono da poco trascorsi 30anni dall’inizio della dissoluzione della Jugoslavia, con lecosiddette guerre balcaniche che hanno riportato in Europa, per laprima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, i campi diconcentramento e le pulizie etniche. Dal 1995, con gli accordi dipace, la Bosnia Erzegovina ha vissuto un periodo di ‘pace fredda’:una situazione pacificata, ma non pacifica. Sono ancora molte lesfide per rendere questa società più coesa ed equa, e nonostante losforzo di tante associazioni, la strada da percorrere è ancoralunga. L’associazioneZaboravljena Djeca Rata (ZDR) – in italiano, i bambini dimenticatidella guerra – vuole far conoscere le storie dei bambini nati comeconseguenza degli stupri di guerra e raccontare le terribiliesperienze delle loro madri, per provare a liberarle dallediscriminazioni ed esercitare i loro diritti senza ostacoli. Sistima che circa ventimila donne e uomini, maggiormente donne, sianostati violentate o abusate sessualmente durante la guerra(1992-1995). Oggi, le donne devono affrontare sistemi di protezionesociale complessi a causa delle differenze legislative tra le treunità amministrative del paese: significa che le sopravvissute aviolenze sessuali sono trattate in modo diverso a seconda del luogoin cui vivono, il che porta inevitabilmente a disuguaglianze ediscriminazioni. La situazione per i loro bambini non è sempremigliore e, anche per loro, le complicazioni sono tante, senzacontare che il peso dello stigma legato alla violenza sessuale èaltrettanto forte per i bambini nati a causa della guerra.
Sonopre viste visite guidate per studenti delle scuole superiori di Ravenna e zone limitrofe su richiesta contattandoiscos.emiliaromagna@cisl.it. INFOMOSTRA:
Dal 3 al 21 dicembre nella saletta di vicolo degli Ariani 4/A; tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Per informazioni: iscos.emiliaromagna@cisl.it/ 051.256842