«Abbandonare una visione e progettazione di insieme significa condannare il territorio alla definitiva marginalità. A tutte le amministrazioni comunali, compresa quella di Mirandola, e alle associazioni imprenditoriali chiediamo uno sforzo per condividere un’idea di sviluppo comune che possa superare queste differenze».
Lo affermano Cgil Modena e Cisl Emilia Centrale dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 7 giugno che legittima l’uscita del Comune di Mirandola dall’Ucman (Unione dei Comuni Modenesi Area Nord), sancendo di fatto una crisi politica che avrà ripercussioni economiche e sociali sul territorio interessato.
«Come è già stato sottolineato da altri, si tratta di una “mezza exit”, perché – ricordano Marco Bottura (Cgil) e Claudio Mattiello (Cisl) – i servizi convenzionati da meno di cinque anni dovranno rimanere in capo all’Ucman prima di un eventuale svincolo, anche se alcuni servizi potrebbero comunque continuare attraverso una semplice convenzione.
D’altro canto permangono nell’Unione molte “mezze entry”, cioè Comuni che nel corso degli anni hanno deciso di non conferire alcuni servizi all’Ucman.
Nell’Area Nord modenese si è così realizzato un assetto a macchia di leopardo contrario allo spirito della normativa sulle Unioni dei Comuni, che era intesa a fare massa critica, razionalizzare le spese e integrare l’azione amministrativa.
Oggi vari Comuni mostrano troppe incertezze – aggiungono i responsabili locali di Cgil e Cisl – L’Unione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord non è solo l’occasione per razionalizzare le spese e trovare un coordinamento per lo sviluppo sociale ed economico del territorio, ma anche l’unico livello di coordinamento amministrativo che può garantire la presenza e qualità dei servizi anche nei Comuni più piccoli.
È necessario superare i campanilismi e trovare un’intesa vantaggiosa per tutto il territorio dell’Area Nord modenese, al di là del colore politico e degli interessi specifici delle varie amministrazioni. Ci sono temi che riguardano tutta l’area vasta e non possono più essere gestiti a pezzi.
Ci riferiamo – concludono Marco Bottura (Cgil Modena) e Claudio Mattiello (Cisl Emilia Centrale) – allo sviluppo industriale, ambiente, viabilità e servizi socio-sanitari».