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Emilia Romagna. Sindacati: “Tim. Domani sciopero nazionale e presidio davanti alla Regione”

Pubblicato il 22 Feb, 2022
Scioperano domani – mercoledì 23 febbraio – in tutta Italia i 42 mila lavoratori del gruppo Tim.
La protesta è stata proclamata dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per scongiurare lo scorporo della rete Tim e qualsiasi tentativo di frantumazione del gruppo.
Nell’ambito dello sciopero sono previste manifestazioni anche a livello regionale. In Emilia-Romagna i lavoratori manifesteranno domani dalle 10 alle 12:30 davanti alla sede della Regione a Bologna. Parteciperanno anche i circa 170 lavoratori modenesi di Tim (90 tecnici, 80 tra addetti al call center e amministrativi), che afferiscono al centro di via Fusco a Modena.
«Le assemblee di preparazione dello sciopero hanno visto un’alta adesione di lavoratori modenesi che condividono la nostra linea – dichiarano i sindacati regionali di settore –
Vogliamo evitare uno scorporo della rete Tim che priverebbe definitivamente il nostro Paese di un’azienda di riferimento nel mercato internazionale delle infrastrutture di telecomunicazione, aprendo un’ennesima crisi occupazionale del settore. Riteniamo che questo avrebbe anche pesanti ripercussioni sul diritto alla connettività determinante per le nuove forme digitali di lavoro (come lo smart working), la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, lo studio (dad e non solo) e, più in generale, il diritto di ogni cittadino di accedere alla banda larga».
Per Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Emilia-Romagna tutto questo avviene nel più completo silenzio, per non dire disinteresse, del Governo, che anzi regala al libero mercato anche dei bandi “spezzatino” per la realizzazione della rete in fibra a banda ultralarga.
«Riteniamo che questa vertenza non riguardi solo i lavoratori delle telecomunicazioni, ma tutti i cittadini. Per questo – continuano i sindacati – chiediamo alla Regione sostegno e l’apertura immediata di un tavolo di confronto nel quale valutare e assumere tutte le necessarie iniziative affinché siano raggiunti gli obiettivi di realizzazione di una rete unica e il diritto alla connettività previsti nel Patto regionale per il lavoro e il clima».
In queste ore centinaia di delegati delle maggiori aziende di tlc stanno esprimendo solidarietà ai colleghi di Tim e condividono le preoccupazioni per la sopravvivenza di un comparto strategico che in questi anni ha evidenziato i limiti di un modello sbagliato.
«Ci aspetteremmo uguale preoccupazione dal “Governo dei migliori”, evidentemente disattento su un settore decisivo per le sorti del Paese e pilastro del Pnrr.
Le istituzioni – sostengono Cgil Cisl Uil di categoria – sappiano che saranno ricordate per essersi limitate a osservare il mercato e aver favorito con il loro assordante silenzio la fine dell’ex monopolista delle tlc, causando un potenziale disastro del settore.
La storia centenaria di un’azienda che ha permesso di comunicare a decine di milioni di italiani potrebbe essere sacrificata in nome della finanza. Sono in pericolo migliaia di posti di lavoro, diretti e dell’indotto, e lo sviluppo di una rete di telecomunicazioni degna di un Paese civile. Dopo anni di piani disattesi e denari pubblici spesi senza aver minimamente dotato l’Italia di un’infrastruttura moderna, inclusiva e universale, oggi il Governo e la politica assistono inermi a quello che potrebbe essere l’ennesimo scempio industriale italiano.
Per questo – concludono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – invitiamo tutti i lavoratori Tim a una massiccia partecipazione allo sciopero di domani per difendere il lavoro e l’univocità del gruppo, perno fondamentale dell’industria italiana delle telecomunicazioni».

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