Questa mattina, presso il Grand Hotel Mattei di Ravenna, si è tenuta una masterclass organizzata dalla CISL Romagna su un tema sempre più urgente: la transizione energetica e l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’evento, introdotto dalla relazione del segretario generale Francesco Marinelli e dai saluti del sindaco di Ravenna Michele De Pascale, ha visto la partecipazione di Andrea Barbabella (Responsabile scientifico di Italy for Climate), Valentina Orioli (Professoressa associata di Tecnica e pianificazione urbanistica al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna) con le conclusioni del Segretario Cisl Emilia-Romagna William Ballotta. Moderato da Lorenzo Ciapetti (coordinatore Osservatorio Cisl Romagna sulle trasformazioni dell’economia e del lavoro), ha offerto un’opportunità unica per riflettere sulle sfide ambientali che il nostro territorio romagnolo sta affrontando e per individuare soluzioni concrete e partecipate.Le recenti alluvioni che hanno colpito la Romagna sono state un duro colpo, ma non dovrebbero sorprenderci. I cambiamenti climatici sono una realtà e il nostro territorio ne sta pagando le conseguenze. Un dato allarmante emerge dall’osservatorio CISL Romagna: il territorio romagnolo ha un consumo di suolo pari al 9,28%, ma è nella provincia di Rimini che la situazione è più critica, con un consumo di suolo del 12,53%, il più alto della Romagna seguita da Ravenna con il 10.18% e Forlì-Cesena il 7.31%. A preoccupare maggiormente è il fatto che gran parte di questo suolo consumato si trova in aree a elevato rischio idrogeologico. A Rimini, addirittura il 25,46% del suolo consumato è in queste zone, rendendo la provincia particolarmente vulnerabile a eventi estremi come alluvioni e frane. Seguono Forlì-Cesena con il 12,80% e Ravenna con il 7,67%. Le cause di questo fenomeno sono molteplici: l’espansione urbana incontrollata, la realizzazione di infrastrutture e la diffusione di modelli agricoli intensivi. Il risultato è un territorio sempre più fragile, con un minore capacità di assorbire le acque piovane e di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.“Non tutto è perduto – afferma il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli –. Esistono soluzioni concrete per invertire questa tendenza e rendere il nostro territorio più resiliente. Le cosiddette “soluzioni basate sulla natura”(NBS) offrono un’alternativa sostenibile e efficace alla cementificazione. Riqualificare i corsi d’acqua, creare infrastrutture verdi come parchi e giardini, promuovere l’agricoltura sostenibile: sono tutte azioni che possono contribuire a ridurre il rischio idrogeologico, migliorare la qualità dell’aria e aumentare la biodiversità”.Parallelamente, è emersa l’importanza di accelerare latransizione energetica, promuovendo lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica nei settori produttivi e domestici. Progetti come la realizzazione di impianti eolici offshore e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile per alimentare i processi industriali sono stati presentati come esempi di come sia possibile conciliare sviluppo economico e tutela ambientale.Sul fronte della produzione di energia da fonti rinnovabili, la Romagna si distingue per una forte propensione al fotovoltaico. A livello nazionale, il fotovoltaico rappresenta il 21,5% dell’energia da fonti rinnovabili, mentre in Romagna le percentuali sono decisamente più elevate: 58,5% a Forlì-Cesena, 56,8% a Rimini e 29,3% a Ravenna.La masterclass ha sottolineato l’importanza di un approccio partecipativo e collaborativo nella gestione delle sfide climatiche. Cittadini, imprese, enti locali e associazioni sono chiamati a lavorare insieme per costruire un futuro più sostenibile. Il sindacato, con la sua capacità di mobilitazione e rappresentanza, può svolgere un ruolo chiave in questo processo. Nella sua relazione introduttiva il segretario generale Francesco Marinelli ha evidenziato l’importanza strategica del distretto ravennate nella guida della transizione energetica.“Ci sono diversi progetti che sintetizzano questa transizione: “rigassificatore”; “Progetto Agnes” (eolico e fotovoltaico a mare) e “cattura e stoccaggio della CO2”. La CISL Romagna ha ribadito il suo impegno a favore di una transizione ecologica giusta e inclusiva e si pone come interlocutore tra lavoratori, imprese e istituzioni, con l’obiettivo di garantire che i benefici della transizione energetica siano equamente distribuiti e che nessuno sia lasciato indietro”.“Per affrontare le sfide attuali, è essenziale pensarsi territorio, superando i confini che ci separano, e coinvolgere le comunità in modo attivo – ha affermato Valentina Orioli –. Ognuno deve assumersi responsabilità, sia a livello istituzionale che personale, per la tutela del nostro ambiente. Serve un costante monitoraggio dei cambiamenti per capire e anticipare i fenomeni. Solo così possiamo essere preparati ad affrontare le sfide future con resilienza ed efficacia”.“La transizione energetica è già in atto – ha puntualizzato Andrea Barbabella – e negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a un significativo spostamento verso le fonti rinnovabili, grazie a politiche mirate e incentivi volti a ridurre i costi energetici. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni entro il 2050, è necessario aumentare gli investimenti nel settore. Il potenziamento dell’energia eolica e solare rappresenta solo una parte della sfida: dobbiamo anche prendere con decisione nuove strade di differenziazione come ad esempio le tecnologie per l’assorbimento del carbonio, elemento cruciale per accelerare il percorso verso un futuro sostenibile”.”Non possiamo permetterci di rimanere spettatori passivi di fronte a una questione che riguarda il futuro delle nostre comunità – ha affermato il segretario cislino –. Come sindacato, abbiamo la responsabilità di garantire che la transizione ecologica avvenga in modo equo e che i lavoratori siano al centro di questo processo di cambiamento. Investire nella formazione e nelle nuove competenze significa non solo proteggere l’ambiente, ma anche creare opportunità di lavoro di qualità. La Romagna, con il suo straordinario patrimonio naturale e umano, può diventare un esempio di sviluppo sostenibile. Tuttavia, per riuscirci, è fondamentale che istituzioni, imprese e cittadini collaborino in maniera concreta e coordinata. Solo così possiamo costruire un futuro davvero inclusivo e prospero”.