In che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando il lavoro? L’AI ci toglierà opportunità o creerà un aumento e una riconversione dei posti, attraverso un processo di riqualificazione? Con la digitalizzazione e l’automazione, quali sono i rischi e le occasioni relative alla salute e sicurezza sul lavoro? Siamo di fronte a un cambio di paradigma, come dimostra la scelta, da parte del nuovo Papa, di chiamarsi come Leone XIII, autore dell’enciclica~Rerum Novarum? Queste le domande al centro del seminario formativo “Il lavoro in Europa ai tempi della digitalizzazione e dell’AI”, organizzato dalla Fit-Cisl del Lazio presso la Sala Fenocchio della Cisl di Roma Capitale e Rieti e curato dalla dottoressa Riccarda Lopetuso. La mattinata si è aperta con i saluti della segretaria generale della Cisl di Roma Capitale e Rieti, Rosita Pelecca, del segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci e del segretario generale aggiunto della Fit-Cisl del Lazio, Roberto Ricci.La dottoressa Lopetuso ha citato i dati dell’Ocse e del World economic forum, secondo cui, entro il 2030, il 22 per cento dei ruoli professionali subirà modifiche strutturali; tuttavia, il bilancio finale dei posti di lavoro sarà in positivo, con 78 milioni di nuove posizioni. Sarà importante un lavoro di riqualificazione e di riorientamento etico della IA, anche alla luce del fatto che l’impatto della digitalizzazione colpirà prevalentemente i lavori femminili.In seguito Lopetuso ha delineato una panoramica sui circa 500mila lavoratori della Gig economy in Italia e sulla direttiva Ue, la prima al mondo che ha introdotto norme specifiche per gli occupati delle piattaforme. La seconda parte della mattinata è stata dedicata al tema del rapporto tra digitalizzazione, automazione e salute e sicurezza sul lavoro, oggetto di un approfondito dibattito tra sindacalisti, che hanno riflettuto in modo congiunto e descritto casistiche concrete: è emersa la fondamentale importanza del coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nella gestione dei cambiamenti. La dottoressa Lopetuso ha sottolineato come la tecnologia possa essere efficace nella prevenzione, anticipazione e segnalazione dei rischi; al contempo, tuttavia, la gestione algoritmica del lavoro crea problemi legati al rispetto della privacy ed espone le persone a rischi psicosociali legati al tecnostress, all’ansia da monitoraggio, all’allentamento delle interazioni umane e al calcolo della performance.Per il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, “la tecnologia e i processi di trasformazione in atto presentano, come tutti i fenomeni ad ampio raggio, luci ed ombre. E’importante che il rapporto tra AI e lavoro sia guidato secondo un’etica profondamente centrata sul rispetto della persona e della dignità umana e dell’ambiente”.