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Lazio. Coppotelli (Cisl): “Immigrazione. Presentazione Idos a Roma promossa dalla Cisl territoriale. La capitale deve tornare a occuparsi delle sue relazione umane”

Pubblicato il 29 Mag, 2024

È stato presentato questa mattina il Dossier Statistico dell’Immigrazione 2023, come ogni anno redatto dal Centro studi e Ricerche IDOS. L’iniziativa, che si è svolta a Roma presso l’Aula Magna I.T.I.S. Galileo Galilei, è stata promossa dalla Cisl Roma Capitale Rieti. Nel Dossier ci sono 615.108 residenti stranieri nel Ladi cui una netta prevalenza riguarda la collettività romena con 196.473 residenti, seguita da quelle filippina (42.373), bangladese (40.318), indiana (31.286) e albanese (23.054). Sul fronte lavoro, con un’economia laziale in crescita, i lavoratori stranieri rappresentano il 12,6% del totale degli occupati, la disoccupazione è in lieve calo ma le difficoltà del mercato del lavoro continuano a penalizzare i cittadini stranieri e, soprattutto, le donne. Il 73,2% degli occupati stranieri lavora nel terziario, tra cui il 12,4% nel commercio e il 24,5% in quello domestico. A seguire, il 18% è nell’industria, tra cui il 12,2% nelle costruzioni, mentre il restante 8,8% lavora in agricoltura, settore che coinvolge solo l’1,9% degli occupati autoctoni. Le imprese ‘immigrate’ del Lazio costituiscono il 12,4% del corrispettivo totale nazionale e incidono per il 13,2% sul totale delle imprese attive in regione (a fronte di una media nazionale del 10,8%). A livello provinciale, nella Città Metropolitana di Roma è attivo più dell’80% delle imprese condotte da immigrati presenti nel Lazio, mentre a livello di settori produttivi queste si concentrano prevalentemente nei servizi (49.454), seguiti dall’industria (19.389) e dall’agricoltura (1.463, di cui 488 solo in provincia di Latina). Più nel dettaglio, i comparti maggiormente attrattivi restano il commercio (31%), le costruzioni (21,2%) e i servizi alle imprese (10%). Tra le attività autonome a gestione immigrata, la quota di quelle a conduzione femminile cresce, seppur lievemente, raggiungendo il 22,7% del totale (nel 2021 erano il 22,1%), mentre in termini di provenienze, i Paesi di nascita più rappresentati tra i titolari di imprese individuali si confermano Bangladesh (22,3%), Romania (16,8%) e Marocco (7,1%). Dopo la presentazione del Dossier, curata da Ginevra Demaio del Centro Studi e Ricerche IDOS, il segretario generale della Cisl del Lazio, Enrico Coppotelli ha approfondito il tema nella sua relazione sottolineando il valore del Dossier Idos, una “lente nitida che anche quest’anno ci restituisce una fotografia densa da cui abbiamo il dovere di trarre, come sindacato, le nostre conclusioni operative e umane. Nel Dossier si evidenzia come la questione migratoria si intreccia a doppio filo con la questione sociale e occupazionale, e colpiscono positivamente i dati riguardanti il tasso di sindacalizzazione degli stranieri che supera quello degli italiani.  Questo ci consegna grandi responsabilità: dobbiamo sviluppare ascolto e accoglienza, essere antenne sul territorio per cogliere segnali di bisogno e saperli tradurre in risposte, stimolare progetti di sistema da parte delle istituzioni, insistere nella direzione della nostra bussola che è la partecipazione dei lavoratori. Il lavoro migrante è già una ricchezza ma deve crescere in termini di qualità, contrattazione, competenze”. Numerosi gli interventi, a partire da Massimiliano Marzoli della FP CISL, Ewa Blasik, presidente ANOLF Roma e Gianfranco Mazzaro della Felsa CISL Roma Capitale Rieti che hanno portato un importante contributo al dibattito. La mattinata di lavori è stata conclusa da Sauro Rossi, segretario confederale della CISL, che ha sottolineato il valore del lavoro rappresentato da Idos e che l’immigrazione deve recuperare un forte concetto di umanità, per migliorare costantemente il nostro agire immersi nella sua realtà vera e autentica. “Perché l’immigrazione, purtroppo, è un tema soggetto troppo spesso a distorsione tra realtà e percezione della situazione nelle persone: per noi invece è indispensabile operare sui dati reali e affidabili. Necessario quindi dare sempre contezza dei fenomeni e della loro complessità all’interno di ogni singolo aspetto delle migrazioni. L’Europa deve fare di più sulle politiche di accoglienza e ragionare su forme più eque e responsabili di condivisione. Lavorare assieme per fare assistenza, tutela e rappresentanza fra tutte le nostre capacità interne per poi aprirci verso le realtà esterne. Coltiviamo umanità noi e le politiche sappiano cogliere questa sfida “.

Lo comunica, in una nota, la Cisl Roma Capitale Rieti. 

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