“Talvolta nella stessa strada, dello stesso quartiere, della stessa città, lavoratori che svolgono mansioni identiche, nello stesso settore merceologico, ma in diversi negozi, hanno diritti completamente differenti. Il motivo? Vengono applicati loro diversi contratti. E’questo, in sintesi, il dumping contrattuale: un fenomeno che non è astratto, al contrario ha conseguenze quotidiane sulla pelle di persone che, a parità di attività, hanno diversi retribuzioni, diversi diritti sindacali, diverse possibilità di accesso all’assistenza sanitaria rispetto ad altre. In questo quadro, in questa giungla, dov’è l’equità sociale?”.
Oggi, all’Acquario romano, il segretario generale della Fisascat Cisl di Roma Capitale e Rieti e Lazio, Stefano Diociaiuti, ha partecipato al panel su ‘Bilateralità e Welfare contrattuale’ nell’ambito dell’evento “Legalità e qualità del lavoro, il patto del terziario per Roma Capitale e la Regione Lazio”.
Un’iniziativa voluta da Confcommercio Roma, Confcommercio Lazio, Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di Roma e Lazio, per combattere contro il dumping contrattuale e promuovere legalità e qualità del lavoro.
“La forbice, soltanto reddituale, derivante dall’applicazione di diversi contratti ai lavoratori, può arrivare a cifre che si aggirano intorno ai 7mila euro lordi l’anno – ha spiegato il sindacalista -: si tratta di qualcosa che deve essere saputo, conosciuto ad ampio raggio. L’evento di oggi deve essere un punto di partenza e non di approdo: ci impegniamo a diffondere capillarmente, a Roma e nel Lazio, la conoscenza delle conseguenze del dumping contrattuale, anche perché la concorrenza sleale può portare alla vera e propria chiusura di realtà virtuose, che trattano bene i propri dipendenti”.