Lazio. Fit Cisl reg.le, oggi “caffè sindacale” su ‘la partecipazione disconnessa: un mondo neoliberista è l’unico possibile?’

Pubblicato il 16 Mar, 2023

‘Caffè sindacale” oggi  su ‘la partecipazione disconnessa: un mondo neoliberista è l’unico possibile?   Incontro-dibattito con il Professor Michele Sorice, ordinario di Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione presso l’Università “Luiss-Guido Carli” 

“Come recita una locandina sindacale risalente agli anni Settanta, ‘la cultura non è fiore all’occhiello, ma crescita collettiva e conoscenza della realtà per saperla modificare’. E’ per dare vita al pensiero e alle idee, mettendole in contatto con l’esperienza quotidiana dei sindacalisti, che abbiamo deciso di dedicare il nostro primo ‘caffè sindacale’ al libro ‘La partecipazione disconnessa’, scritto dal professore ordinario di Comunicazione politica e sociologia della comunicazione, Michele Sorice. Il dialogo tra sindacato e mondo accademico, la cosiddetta ‘terza missione’ dell’Università, possono essere fondamentali per ripensare il presente e il futuro”. Con queste parole il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, ha introdotto stamattina, presso la mansanda ‘Nico Piras’ della sede del sindacato, il primo degli appuntamenti che la Federazione ha deciso di organizzare per allargare il punto di vista sindacale al mondo della cultura, del giornalismo, dell’arte. E’ stata un’importante e appassionante occasione di dibattito sul presente e sul futuro della nostra società a partire dal concetto di partecipazione – che nel libro del professor Sorice è descritta come capacità di co-decidere e di entrare a far parte di un universo simbolico – e che si contrappone al partecipazionismo, una retorica basata sul semplice accesso dei cittadini alla comunicazione digitale. Una differenza che il professore ha spiegato così: “un conto è osservare dall’alto una piscina, un altro conto è poter nuotare, sentire la temperatura dell’acqua”.

Nel corso del caffè sindacale, Sorice ha illustrato i contenuti del suo libro, una descrizione delle luci e delle ombre che caratterizzano il nostro tempo e la società attuale. Secondo il professore, l’attuale paradigma neoliberista non è soltanto un insieme di politiche monetarie, né una semplice e riconoscibile ideologia, ma una forma di narrazione che pervade la società e si presenta come unico modello possibile. Questo schema tecnocratico di “Stato-impresa” e di “individuo-impresa”, che tende alla performance, all’efficienza e alla rapidità, esclude la reale partecipazione dei cittadini alla vita democratica, rendendo silente ogni espressione di fragilità e di egualitarismo. Schiacciata dal mito della velocità, la politica, che dovrebbe essere l’individuazione lungimirante dei fini strategici della società, si risolve in mera gestione del territorio, in policy, in semplice risposta automatica ad alcune esigenze. Il legame tra i cittadini e gli istituti democratici, dunque, si affievolisce, complice la confusione tra libertà di accesso alla comunicazione digitale ed effettiva capacità di incidere nell’agenda politica. Dal dibattito è emerso che la risposta a questa tendenza disgregante è nel paradigma della cura, della relazione umana, in una contro narrazione che veda uniti diversi soggetti sociali.

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