I dati elaborati dalla CISL Roma Capitale Rieti, in collaborazione con il CAF CISL Lazio, offrono una fotografia aggiornata dei redditi medi da lavoro e da pensione dei cittadini romani nel periodo 2023-2024.
L’analisi, condotta su un campione di 60.625 persone – nella città di Roma – evidenzia una crescita complessiva dei redditi, ma anche la persistenza di un divario di genere strutturale che continua a penalizzare le donne. Analizzando i redditi da lavoro, gli uomini hanno percepito mediamente 33.510,25 euro, contro i 24.983,76 euro delle donne: una differenza di 8.526,49 euro, pari al -25,4%.
“Un divario che – sottolinea Rosita Pelecca, segretaria generale CISL Roma Capitale e Rieti – rimane pressoché immutato dal 2019, nonostante gli sforzi e le politiche introdotte sul fronte dei redditi. Il gap salariale continua ad essere il tallone d’Achille del lavoro a Roma – spiega Pelecca –. I redditi più bassi delle donne si traducono, inevitabilmente, in pensioni più povere. Una donna che ha dedicato una parte importante della propria vita al lavoro di cura, per la famiglia, i figli o i genitori, si ritrova con una pensione bassa che non le permette di vivere dignitosamente. È un tema di giustizia sociale ed equità di genere che deve entrare con forza nell’agenda politica e contrattuale”.
Nel 2023, gli uomini hanno percepito un reddito medio da pensione di 34.015,91 euro, contro i 22.363,21 euro delle donne: una distanza di 11.653 euro, pari a un gap del 34%. Nel 2024, la forbice si è ridotta leggermente ma resta significativa: il reddito medio pensionistico maschile sale a 35.390,02 euro, mentre quello femminile raggiunge 23.810,69 euro, con una differenza di 11.579 euro, pari al –32,7%. Il divario di genere resta marcato. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, i redditi medi da lavoro dipendente crescono del +3%.
Un segnale positivo, osserva Pelecca, “ma che non cancella, anche qui, il divario strutturale tra uomini e donne”.
Infatti, nel 2023, gli uomini guadagnavano in media 32.139,91 euro, mentre le donne si fermavano a 25.590,27 euro: una differenza di –6.549,64 euro, pari a un gap salariale del 20,3%. Nel 2024, la forbice resta sostanzialmente invariata: i lavoratori dipendenti uomini percepiscono in media 33.202,27 euro, le colleghe 26.266,84 euro, con un differenziale di meno 6.935 euro, che corrisponde ancora a un divario del 20%.
“In sintesi – conclude la numero uno del sindacato di via Crescimbeni – i redditi crescono, ma le disuguaglianze restano. Le donne continuano a guadagnare un quinto in meno rispetto agli uomini, segno che la ripresa economica da sola non basta se non è accompagnata da una vera e concreta parità salariale”.