“Numerose segnalazioni sul territorio di Roma e del Lazio: dalla ristorazione al turismo, dalla distribuzione del lusso al settore ‘food’, dal commercio al dettaglio alle pulizie, c’è carenza di personale anche in aziende stabili. Non si pensi solo al profitto immediato”
“In questi ultimi mesi, se non proprio anni, abbiamo ricevuto numerose segnalazioni riguardanti il fatto che in diversi comparti del Terziario sul territorio romano e laziale – dalla ristorazione al turismo, dalla distribuzione del lusso al settore ‘food’, dal commercio al dettaglio alle pulizie – i lavoratori lamentano carichi di lavoro eccessivi, anche in realtà solide ed economicamente stabili, che potrebbero permettersi ulteriori assunzioni, incrementando così l’occupazione e rendendo più sostenibile l’attività di chi è già assunto”.
E’quanto rende noto il segretario generale della Fisascat-Cisl di Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti, aggiungendo che “vorremmo sfatare il ‘falso mito’ secondo cui le aziende che non assumono lo fanno perché non hanno risorse: talvolta si tratta soltanto di mancata responsabilità sociale di impresa, di una politica di iper ‘utilizzo’ degli assunti che non giova né a chi lavora, né a chi di un lavoro è in cerca, né alla società nel suo complesso: sappiamo tutti che una maggiore offerta di lavoro non può che contribuire all’aumento della domanda interna e al movimento dell’economia nel suo complesso, quindi anche alle stesse aziende”.
“Come sindacato ci impegniamo a mettere in campo richieste e visioni che non siano soltanto difensive, ma anche costruttive: serve un cambiamento culturale delle aziende, che non dovrebbero puntare soltanto al profitto sul breve termine, ma contribuire alla costruzione di una società più sana, basata sul benessere di chi lavora e sull’estensione di possibilità occupazionali, innescando così un processo virtuoso per tutti. Chiediamo e chiederemo, quindi, alle realtà del comparto sul territorio – conclude il sindacalista – di pensare a politiche assunzionali concrete. Non serve a nessuno una società in cui chi lavora è sovraccaricato – il fenomeno delle grandi dimissioni, in questo senso, parla chiaro – e chi invece è senza occupazione non ha orizzonti”.