“Serve una pianificazione intermodale che metta in rete i porti e le reti autostradali, l’aeroporto, i collegamenti ferroviari e i corridoi TEN-T; la creazione di cluster logistici che mettano in rete i poli produttivi; la formazione di nuove professionalità”
“Oggi abbiamo avuto, congiuntamente alle altre sigle sindacali, un incontro conoscitivo con il commissario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Raffaele Latrofa, presso la sede dell’Adsp: un segnale importante di disponibilità e attenzione. Abbiamo presentato le nostre proposte per fare in modo che il porto di Civitavecchia diventi un hub logistico-energetico d’eccellenza, capace di attrarre traffici nazionali e internazionali. Con il superamento della soglia di 3,5 milioni di passeggeri, lo scalo è tra i primi al mondo per quanto riguarda le crociere: tuttavia il traffico complessivo del network portuale laziale ha registrato, nel primo semestre 2025, un calo del 3,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in termini di tonnellate di merci. Per parte nostra riteniamo che i porti laziali non debbano essere pensati come semplici stazioni di transito, ‘vetrine crocieristiche’, ma come snodi strategici per le reti logistiche internazionale e per lo sviluppo economico-industriale”. E’quanto ha dichiarato il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, dopo l’incontro ha cui hanno partecipato, per la Fit Cisl del Lazio, il segretario regionale Stefania Fabbri, Paolo Sagarriga e le Rsa. Per Masucci “sono tre gli elementi principali da mettere in campo con uno sforzo congiunto di tutte le parti: innanzitutto, una pianificazione coraggiosa basata sull’intermodalità. Senza collegamenti ferroviari efficienti, retroporti funzionali e un’integrazione reale con i corridoi TEN-T europei, rischiamo di condannare il porto a diventare una cattedrale del mare: al contrario, la creazione di una rete di collegamenti efficienti con l’aeroporto di Fiumicino e il rafforzamento delle vie autostradali, a partire dal corridoio Roma-Latina, potrebbero garantire connessioni tra i poli produttivi regionali, sostenere fortemente l’export regionale ed essere volano per il comparto farmaceutico, che incide per il 40 per cento sui 32 miliardi di esportazioni registrati dal Lazio nel 2024.In secondo luogo, è fondamentale che il porto dialoghi con l’industria anche attraverso la creazione di cluster logistici, la valorizzazione delle aree retroportuali e l’auspicabile estensione della ZES unica al Lazio, con le conseguenti agevolazioni e semplificazioni autorizzative.In terza istanza, è fondamentale la formazione di nuove competenze: nel 2024 il 40 per cento delle imprese logistiche denunciava difficoltà a reperire tecnici qualificati, deficit che si può colmare investendo negli Its Academy e quindi nella formazione di professionalità specializzate nei flussi intermodali, nella digitalizzazione e sostenibilità”.