Si è svolto oggi a Sestri Levante il secondo congresso di Terra Viva Liguria, al termine del quale il Consiglio generale ha confermato Alessandro Raiti Presidente regionale dell’associazione. “L’ultimo censimento nazionale dell’agricoltura – ha affermato Raiti nella sua relazione – ci ha mostrato purtroppo dati ancora una volta preoccupanti per il territorio nazionale e per la Liguria in particolare, il settore ha subito infatti un’ulteriore contrazione e in regione continuano a diminuire il numero di aziende, con -40% rispetto al precedente rilevamento, la Superfice agricola utilizzabile, con -3,2%: di conseguenza continua ad aumentare la superficie interessata da boschi abbandonati o terreni incolti. L’unico dato positivo – ha sottolineato Raiti – è l’aumento delle dimensioni medie aziendali. Se pensiamo che quei dati sono antecedenti alla pandemia di Covid e all’aumento dei costi derivanti dalle tensioni internazionali e dall’inflazione, si comprende come sia necessario continuare a sostenere l’agricoltura italiana, che è stato e continuerà ad essere uno dei pilastri principali per il nostro sostentamento e per tutta l’economia nazionale”.
Tra le criticità che continuano a caratterizzare la nostra agricoltura – ha proseguito Raiti – abbiamo la bassa redditività, la mancanza di ricambio generazionale e di manodopera, gli eventi climatici avversi e quelli patogeni, la fauna selvatica, la troppa burocrazia: proponiamo maggiore attenzione all’impatto delle nuove tecniche agricole capaci di ottimizzare l’efficienza e l’efficacia delle fasi produttive, abbassando di conseguenza i costi, e poi la valorizzazione delle filiere e dei prodotti locali, come nuovo modello di agricoltura, rivolto alla tutela dei produttori e della sicurezza alimentare, nonché alla preservazione del paesaggio agricolo e del territorio da parte delle popolazioni rurali”.
Insieme ai produttori iscritti e agli operatori hanno preso parte ai lavori Onofrio Rota, Segretario Generale Fai Cisl, Davide Piazzi, Segretario Generale Fai Cisl Liguria e il Presidente nazionale di Terra Viva Claudio Risso, che esprimendo preoccupazione per l’introduzione dei dazi Usa ha sottolineato: “Graverebbero pesantemente sulle produzioni agricole europee e sul made in Italy: la storia insegna che le guerre commerciali danneggiano tutte le parti e inoltre non stimolano la crescita delle imprese e lo sviluppo, perché assecondano forme di assistenzialismo che fanno male alla produttività e alla concorrenza leale. Oltre alla transizione energetica, ecologica, tecnologica – ha aggiunto il leader dei Liberi Produttori Agricoli della Cisl – oggi stiamo vivendo una transizione sociale molto rilevante che dobbiamo trasformare in transizione democratica: dobbiamo rendere attrattivo il settore agricolo per le nuove generazioni e dobbiamo rispondere concretamente alle sfide della crisi demografica. La classe dirigente dovrebbe smetterla di parlare alla pancia delle persone e usare l’immigrazione come bandierina ideologica, va riconosciuto il contributo dei migranti come fondamentale per le nostre produzioni, anche perché l’agricoltura italiana avrà bisogno nei prossimi anni di 600 mila lavoratori. L’immigrazione va governata dunque con percorsi di regolarizzazione, di formazione delle competenze, di inclusione e integrazione. Serve un patto di responsabilità – ha concluso Risso – tra i rappresentanti delle imprese agricole e le istituzioni per garantire all’agricoltura il ruolo di bene comune”.