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Infortuni sul lavoro.Castellucci (Cisl): “Puglia deve reagire. Serve un Patto per la sicurezza”

Pubblicato il 13 Dic, 2025


Quando parliamo di morti sul lavoro non leggiamo una semplice statistica, raccontiamo storie interrotte, famiglie spezzate, comunità ferite. È questa l’amarezza che accompagna i dati Inail aggiornati al 31 ottobre 2025, che mostrano una regione ancora troppo vulnerabile sul fronte della sicurezza.Nei primi dieci mesi dell’anno in corso le denunce di infortunio restano quasi invariate: 23.404, erano 23.408 nel 2024. Un’apparente stabilità che evidenzia immobilismo e quindi lavoratrici e lavoratori continuano a essere in realtà esposti agli stessi rischi, senza miglioramenti concreti.Gli infortuni, fino ad ottobre scorso, in occasione di lavoro, sono 19.871, mentre crescono quelli in itinere (3.533), riflesso di una quotidianità frenetica e di infrastrutture, in particolare stradali, spesso insicure, frutto tendenzialmente anche di poca manutenzione. Il dato più drammatico, su cui riflettere e agire, riguarda le 48 morti, dieci in più rispetto al 2024, senza considerare quelli in itinere, considerando sempre i primi dieci mesi dell’anno. Ogni lavoratore che non torna a casa è una ferita profonda per l’intera comunità. Non possiamo assuefarci alla perdita di tante vite, non lo accettiamo. Le tabelle regionali Inail, di questi giorni, di alcuni settori produttivi, confermano criticità importanti. Il sistema di prevenzione non garantisce ancora standard adeguati di tutela. Sanità e assistenza sociale contano 2.316 denunce d’infortunio, settore segnato da carenze di personale e carichi insostenibili. Le costruzioni ne registrano 1.548, tra ritmi serrati e diversi appalti al ribasso. I servizi di supporto alle imprese salgono a 820 casi; trasporto e magazzinaggio a 1.077.A livello territoriale i dati complessivi restano elevati: Bari 8.868 denunce, Lecce 3.870, Brindisi 2.397, Taranto 3.212. Solo la BAT migliora leggermente (1.852). Come CISL Puglia chiediamo un cambio di passo. Serve un Piano straordinario regionale per la sicurezza, coordinato dalla Regione, fondato su obiettivi verificabili. Accanto all’apprezzabile lavoro del Comitato regionale di Coordinamento ex art.7 D. Lgs. 81/2008 proponiamo un osservatorio o tavolo permanente per diffondere la cultura della prevenzione, soprattutto tra i giovani, nei luoghi di lavoro e con diffuse iniziative pubbliche. Formazione, informazione e responsabilità condivisa devono diventare strumenti reali per salvare vite. Va rafforzata anche la partecipazione dei lavoratori; la legge nazionale n. 76/2025 deve trovare piena attuazione in Puglia. Siamo convinti dove ci sono ascolto e coinvolgimento, c’è più sicurezza.La sicurezza non è un costo, ma un diritto fondamentale in ogni luogo di lavoro. Garantirla significa qualità del lavoro, produttività sostenibile e responsabilità sociale. Serve un Patto regionale “operativo” per la sicurezza e il buon lavoro con le Istituzioni, Enti preposti e parti sociali. Lavorare non può significare rischiare la vita. Ogni persona deve uscire di casa con la certezza di tornare e poter abbracciare i propri cari. La sicurezza è un principio di civiltà che impegna tutti nessuno escluso.