Da qualche giorno la Puglia ha una legge sulle politiche giovanili, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale. È una buona notizia, ma non possiamo accontentarci. Perché una legge da sola non basta a fermare l’esodo di migliaia di ragazze e ragazzi che ogni anno lasciano questa terra in cerca di opportunità altrove.I dati statistici ci indicano che negli ultimi cinque anni, quasi 200mila giovani italiani tra i 25 e i 34 anni hanno fatto le valigie e solo una parte hanno fatto ritorno. Anche la nostra regione continua a perdere energie, intelligenze, sogni. Giovani preparati, creativi, pieni di talento. Ragazzi e ragazze che vorrebbero costruire il proprio progetto di vita, ma si scontrano con la mancanza di occasioni vere, di occupazione stabile, di una qualità di vita al di sotto di tante altre realtà, nonché anche percorsi di studio meno attraenti.La nuova legge regionale, per come impostata, è una prima e buona risposta normativa. È decisamente un passo avanti, ma se attorno ad essa non si costruisce una rete strategica concreta e condivisa, resterà solo un elenco di buone intenzioni. Come CISL Puglia sosteniamo che non si può pensare al futuro dei giovani senza ascoltarli, né coinvolgerli nel concreto. Non bastano alcuni incontri con qualche centinaia di giovani. Servono percorsi partecipativi, proposte, scelte condivise con chi ogni giorno lavora sul territorio per dare ai giovani strumenti, tutele, speranze.Vogliamo una Puglia in cui le nuove generazioni non siano spettatori, ma sempre più protagonisti. Dove la partecipazione non resti solo una parola scritta in una norma, ma una pratica quotidiana.Dove chi ha studiato e si è formato possa trovare lavoro senza dover emigrare.Dove aprire uno spazio culturale o una start-up non sia un’impresa ardua. Chiediamo, come Cisl Puglia, che si apra subito un confronto regionale, un patto di corrensponsabilità per il futuro dei giovani pugliesi che metta insieme istituzioni, scuola, impresa, sindacato, associazioni professionali. Un’alleanza che metta insieme le forze per creare opportunità reali in tutti i territori pugliesi, con investimenti, servizi, spazi e reti. Che valorizzi le loro competenze ed entusiasmo. Dobbiamo fermare la fuga dei talenti evitando di disperdere il capitale umano più prezioso che abbiamo. E dobbiamo farlo insieme. Chiediamo pertanto di continuare questo percorso nell’attesa di essere convocati dalla Regione Puglia.Questa legge è solo l’inizio. Ma il cambiamento che può restituire fiducia, futuro, dignità, parte anche da noi stessi, da un’idea semplice ma potente: la Puglia può e deve essere un posto in cui restare, in cui scegliere di vivere, crescere e lavorare.