La triste vicenda a cui sembra essere condannato il nido ‘Ilaria Alpi’ di Lecce non può essere sottaciuta. Non lo meritano i piccoli che lo frequentano e le loro famiglie. Ma non lo meritano, al pari, nemmeno la dignità e la professionalità delle educatrici a cui, nel passaggio di gestione ad una nuova cooperativa, è stato proposto un contratto che prevede la riduzione di stipendio di quasi 300 euro. Davvero inammissibile! E questo la Fp Cisl lo pensa da sempre, dal momento che è impensabile che lavoratori che svolgono le stesse mansioni con la stessa professionalità possano avere stipendi diversi a seconda che la gestione sia pubblica o privata. Sarebbe un regresso a cui siamo certi nessuno potrà dare davvero seguito se ha a cuore quelle lavoratrici, quelle famiglie e i loro piccoli.
“La problematica connessa alla chiusura dei nidi pubblici nel comune di Lecce – afferma la Coordinatrice Provinciale Settore Educativo Scolastico Cisl Fp, Addolorata Giumentaro – è già presente da tempo. Basti pensare che, già lo scorso anno, alcune scuole materne e un nido sono stati dati in gestione a privati. Questo potrebbe ripetersi. Non è ammissibile che in una realtà esigente, come Lecce, un servizio pubblico di questo tipo possa passare in secondo piano. In aggiunta, il nido comunale nasce come sostegno a famiglie sprovviste di un patrimonio capiente. E non solo! I servizi pubblici, ivi compresi anche i nidi, costituiscono, infatti, uno strumento di prevenzione a servizio dell’intera collettività. Non dimentichiamo l’importanza educativa che riveste un nido pubblico nella fascia della prima infanzia (0-3 anni). In definitiva, l’estinzione della figura del nido comunale può causare un rallentamento in termini di inserimento sociale a svantaggio di una porzione considerevole dei soggetti interessati”.