“Nella provincia di Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani) l’agricoltura occupa quasi 51mila operai agricoli a tempo determinato, di cui nella sola provincia di Bari 9mila sono lavoratori stranieri, il 20%, ma nonostante il loro contributo fondamentale, affrontano sfide legate all’integrazione, alle condizioni di lavoro e all’accesso ai diritti: pensiamo alle difficili condizioni nei magazzini ortofrutticoli, alla complessa condizione degli alloggi per i lavoratori stagionali, al mancato rispetto del contratto provinciale sulla retribuzione e sulle giornate dichiarate, il lavoro irregolare ed in particolare il lavoro grigio, problematiche che accomunano i lavoratori di tutto il Mezzogiorno”. Con queste parole il Segretario generale della Fai-Cisl Bari Vincenzo Cinquepalmi ha aperto oggi la presentazione della ricerca “Made in Immigritaly: terre, colture, culture”, primo rapporto Fai-Cisl e Centro Studi Confronti sui lavoratori immigrati nell’agroalimentare italiano.
All’evento, assieme a docenti, rappresentanti delle istituzioni, esperti di immigrazione e testimonianze dal mondo del lavoro, sono intervenuti tra gli altri Valentina Donno della Segreteria della Cisl Puglia, il Segretario generale della~Fai Cisl~Puglia Antonio La Fortuna, il Segretario generale Ust Cisl Bari Giuseppe Boccuzzi, Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo della Diocesi di Bari e Bitonto. Per l’occasione la Fai Cisl Bari ha consegnato una Borsa lavoro per sostenere l’inserimento sociale ed economico di lavoratori immigrati nei settori agroalimentari. Durante la mattinata, inoltre, si è reso omaggio con un apposito annullo filatelico alla figura di Paolo Frascella, scomparso nel dicembre 2023, storico sindacalista che ha guidato la Fai Cisl pugliese per molti anni.
Le conclusioni sono state affidate a Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai Cisl nazionale, che nel suo intervento ha sottolineato le sfide del sindacato per l’inclusione e la lotta al caporalato: “Sono stati fatti passi in avanti – ha commentato il leader dell’organizzazione – ma rimane urgente rendere operativi tutti gli strumenti preventivi in materia di sfruttamento: alcune misure recepite dal governo sono positive e sono frutto delle nostre proposte, come la possibilità di denunciare i caporali ottenendo percorsi di protezione e l’assegno di inclusione sociale, oppure l’incrocio delle banche dati delle imprese appaltatrici per ottenere controlli più mirati, oppure l’istituzione di costi controllati in linea con quelli di produzione, ma bisogna rendere operativi questi cambiamenti. Chiediamo per questo ai ministri Calderone e Lollobrigida di riprendere il confronto positivo avviato con il tavolo interministeriale anticaporalato, anche perché servono i decreti attuativi delle novità introdotte, inoltre il metodo del decreto flussi continua a non rispondere adeguatamente al fabbisogno di manodopera e molti lavoratori divenuti irregolari vanno fatti emergere dall’economia sommersa e dall’illegalità, anche con un permesso di soggiorno per attesa occupazione”. “Altra partita fondamentale – ha aggiunto Rota – è quella che l’Italia deve giocare in Europa guardando alla prossima Pac e all’operato del nuovo Commissario Hansen: la condizionalità sociale conquistata con l’ultima riforma della politica agricola europea non solo va confermata, ma va consolidata e applicata concretamente al più presto in tutti i Paesi membri affinché i soldi pubblici vadano solo alle imprese sane”.
Puglia. Presentato a Bari il report Fai Cisl e Centro Studi Confronti “Made in Immigritaly: terre, colture, culture”. Rota: “Riprendere il tavolo interministeriale anticaporalato”
Pubblicato il 24 Giu, 2025