Il 32° report “Ecosistema Urbano” che su 106 capoluoghi di provincia piazza Brindisi in 79^ posizione (meno 8 dell’anno passato) e Taranto in 82^ (meno tre), relativamente ad aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia, non può essere liquidato come semplice nota di cronaca, giacché sancisce la persistenza in entrambi i casi di problematiche che interpellano fortemente, in chiave di futuro, la classe dirigente ed i cittadini delle due comunità.
Risulta chiaro come le citate aree tematiche riconducano alla gestione pubblica di sistemi strutturati, che sono appannaggio di chi a ciò è deputato; già questo potrebbe indurre i cittadini a ritenersi incapaci di orientare tali scelte e, forse, proprio per questo, cedere alla tentazione di dire sempre no a tutto.
Proprio per tali motivi che la nostra idea Cisl di partecipazione si propone a Taranto e a Brindisi come spartiacque tra un passato di sottovalutazioni ed un presente di corresponsabilità sociale attraverso un Patto delle responsabilità cui aderiscano istituzioni, organismi della rappresentanza sociale, mondo delle professioni, associazionismo cattolico e laico, mondo della scuola, mondo dell’informazione.
Il tema “Ecosistema Urbano” è, chiaramente, correlato alla qualità della vita delle nostre comunità, formata da ragazze e ragazzi, giovani, adulti, anziani.
E per qualità della vita, rispetto alle aree sopra richiamate, si intendono: – buona qualità dell’aria che si respira; -fine dello spreco quotidiano pro capite di 92 litri d’acqua potabile attraverso le perdite nella rete di distribuzione regionale; -piena disponibilità alla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani; -diritto alla mobilità con tutto ciò che ne consegue; – sostenibilità ambientale di tutte le produzioni, -fine dello spreco di energia.
Taranto e Brindisi, lo abbiamo ribadito più e più volte, possiedono tutte le condizioni per essere luoghi dove sia desiderabile vivere, per la loro storia ultra millenaria, le loro tradizioni, le rispettive configurazioni geografiche, le innumerevoli bellezze paesaggistiche, culturali, marinare, enogastronomiche, architettoniche.
Tra queste condizioni sono centrali oggi più di ieri il lavoro e politiche sociali, a partire da una buona sanità pubblica e da servizi sociosanitari appropriati, dal diritto all’abitare e dalla rigenerazione urbana, che riscontrino la dignità ed i bisogni di ogni persona, di ogni età e ceto sociale, stante la delicatissima fase delle transizioni – industriale, energetica, ambientale, digitale, culturale – che le coinvolgono in maniera esigente.
La de-carbonizzazione dei processi produttivi pesanti, la reindustrializzazione, gli interventi di tutela della salute e della sicurezza interna ed esterna ai luoghi di lavoro, la salvaguardia occupazionale sia diretta che dei sistemi appalto e indotto, sono le sfide del presente che confermano la vocazione industriale di Taranto e di Brindisi.
Entrambe, però, vogliono e possono essere maggiormente attrattive, mediante una diversificazione produttiva che valorizzi tutti gli altri settori che le caratterizzano: agricoltura, agroindustria, turismo, commercio, ricerca, farmaceutica, aerospazio, portualità.
L’attuale classe dirigente, dunque, possiede nei riguardi delle giovani generazioni, obblighi aggiuntivi che impongono ad essa di assumere decisioni appropriate con pragmatismo e scevre da ideologie, difficili certo ma per questo da assumere insieme, ciascuno per la sua parte, senza commistioni di ruoli, con una visione di futuro che scongiuri gli errori di un passato che, comunque, non si può azzerare.
Ecco perché la 79^ posizione di Brindisi e la 82^ di Taranto auspichiamo che vadano concepite da tutti, nessuno escluso, come il punto zero da cui risalire come comunità; e le premesse, oggi, ci sono tutte a condizione che sulla coesione sociale non prevalgano interessi di parte o di pochi.
Sarà importante verificarne le risultanze già nel 33° report ad ottobre 2026.


