Dialogo e partecipazione costituiscono, per la Cisl a tutti i livelli, percorsi virtuosi per rendere le nostre comunità luoghi dove, l’esercizio della democrazia e l’esperienza della corresponsabilità, generano progresso civile ed economico, irrobustendo la contrattazione e la coesione sociale.
Il nostro approccio, all’incontro tenutosi i giorni scorsi, tra il sindaco di Taranto ed il presidente della Provincia ionica, richiesto dai sindacati confederali, è stato di totale disponibilità all’ascolto ed all’avvio del confronto sulle molteplici criticità e le altrettante potenzialità, ancora non valorizzate, di questo territorio.
Taranto, non lo ripeteremo mai abbastanza, necessita di una recuperata unità d’intenti, per rafforzare la sua capacità di contrattazione per lo sviluppo sostenibile e condiviso, nei confronti del Governo regionale e di quello nazionale.
Frattanto, nessun protocollo di progettazione, come da qualcuno evocato, potrà mai autorizzare altri differimenti circa le cose da fare, né ipotizzare percorsi ed obiettivi che, in assenza di una governance sociale, ritarderebbero ulteriormente la messa a terra dei progetti finanziati.
Progetti che segnano il passo; su tutti il Pnrr, il CIS di Taranto, il Fondo per la Transizione Giusta(Just Transition Fund) che vede solo due realtà territoriali coinvolte nel Paese, una delle quali è Taranto e, non ultimi, i Giochi del Mediterraneo 2026.
Abbiamo opportunamente considerato, in sede di incontro, che sia l’Amministrazione del capoluogo, sia quella dell’Ente Provincia sono di recente insediamento e che la mole dei dossier aperti sollecita fortemente le rispettive macchine amministrative.
Ma il territorio, abbiamo anche argomentato, non può permettersi di vivere una sorta di tempo sospeso, legato cioè ai destini prossimi e futuri della exIlva e neppure agli esiti delle elezioni di fine novembre prossimo, per il rinnovo del Consiglio Regionale pugliese.
Sia chiaro che la exIlva è vertenza madre, è fronte strategico non solo per i destini sociali, economici ed occupazionali di Taranto ma anche per le politiche industriali del nostro Paese; ed è proprio per questa posta in gioco che il suo futuro non può né deve sottostare a meri tornaconti localistici.
E sia altrettanto chiaro che, se al Governo nazionale è ascritta la complessa gestione della vendita di Acciaierie D’Italia, le politiche comunali e provinciali devono immediatamente ripartire almeno dai programmi che l’elettorato ha inteso premiare.
E’, poi, un fatto che i tempi di realizzazione dei progetti Pnrr siano stati già fissati e pensare di chiedere proroghe improbabili non cancella la colpa dei ritardi che, comunque, vanno prontamente recuperati.
Quanto al Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) risulta avviato un tavolo operativo per accelerare la realizzazione dei 151 progetti previsti, focalizzati su riqualificazione urbana, bonifiche e infrastrutture; ma occorrerà far avanzare gli interventi pianificati con finanziamento complessivo di oltre 1,5 MLD.
Per il JTF non va dimenticato che il finanziamento di circa 800 mln ed i suoi obiettivi sono focalizzati su tre ambiti principali, Energia e ambiente, Diversificazione economica, Effetti sociali ed occupazionali.
Obiettivi da rendere esigibili ribadendo, ancora una volta, che lo sviluppo di questo territorio e, più in generale del Mezzogiorno è strettamente connesso a quello del Paese.
Ed allora: per la Cisl, Protocollo di progettazione deve significare Patto di responsabilità territoriale, che includa diritti, doveri, responsabilità e rispetto reciproco tra tutte le Parti coinvolte, recuperando uno spirito propositivo e costruttivo che consenta di realizzare, a Taranto, una efficace transizione industriale, energetica, ambientale, tecnologica, culturale, che ne rilanci l’intero sistema produttivo, diretto e indotto.
Certamente nessuno può affermare che siamo all’anno zero, considerato che le rivendicazioni storiche fortemente sostenute dalle organizzazioni sindacali e dagli altri soggetti della concertazione territoriale, hanno promosso la strategicità, anche per il resto del Paese, di settori quali: siderurgia, energia, difesa, cantieristica, aerospazio, portualità (ZES e non solo), mitilicoltura, passando dalle direttrici culturali, paesaggistiche, turistiche, dell’agroindustria e dell’agroalimentare, della moda, dell’artigianato, della blue economy, del Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile.
Lo spopolamento continuo della provincia ionica, l’emigrazione giovanile per studio o per lavoro, la pressoché totale assenza di politiche pubbliche per l’abitare e la rigenerazione urbana, la denatalità, l’insufficienza di servizi in materia di welfare, in particolare sanitarie e sociosanitarie, tassi di disoccupazione tra i più alti della media nazionale, numeri dei Neet in crescita, basso tasso di occupazione: sono tutte questioni da affrontare rendendo fortemente attrattiva questa area territoriale e altrettanto fortemente efficace la capacità, senza commistione di ruoli, di contrattare insieme soluzioni efficaci.
Infine, i XX Giochi del Mediterraneo che si disputeranno a Taranto, dal 21 agosto al 3 settembre 2026, siano vissuti come un ulteriore nuovo inizio di una città e di un territorio al quale guarderà gran parte del mondo.
A quel mondo cui a sua volta Taranto e il suo territorio devono guardare, con la rinnovata consapevolezza di potersi misurare ed imporsi sulle molteplici opportunità che continuano a sfidarla.
La Cisl, come sempre, è impegnata a fare compiutamente la sua parte.