Più che una riunione di routine , il consiglio generale della Fnp Sardegna che si riunisce domani a Bitti (Nuoro) sembra un’assemblea da stati generali della categoria. E’ il primo appuntamento dei quadri dirigenti over 65 della regione dopo l’incontro della nuova Giunta regionale con i sindacati confederali; segue al via libera del Parlamento all’autonomia differenziata, che mette il Paese nel tunnel dell’incertezza sociale; assiste all’accelerazione delle forze politiche di maggioranza verso il premierato, sconvolgendo l’impalcatura costituzionale dell’Italia. Anche la presenza di Emilio Didonè è il segno che non sarà un Consiglio generale votato all’ordinaria amministrazione e alle “varie ed eventuali”.
Molti di queste tematiche ritorneranno nella relazione d’apertura di Alberto Farina, segretario generale della Federazione sarda. A cominciare dal rapporto con la Regione su due partite urgenti che non ammettono rinvii e rallentamenti: sanità e povertà. «Tutto ciò che riguarda la persona, i sui diretti, la sua dignità, la qualità della sua vita, per la Fnp ha precedenza assoluta», dice il segretario generale degli over 65 sardi Cisl . Non c’è tempo da perdere. «Se i responsabili della cosa pubblica non credono a noi, che lo denunciamo da anni, almeno – aggiunge Farina – diano retta all’Istat , che ha calcolato nella nostra regione almeno 100mila gli abitanti over 55che nel 2023 non hanno usufruito di prestazioni sanitarie pur avendone necessità. Tra le ragioni, le lunghe liste d’attesa e la difficoltà nel pagare le cure mediche. Secondo l’istituto di statistica, la Sardegna segna il record negativo in Italia: se nel resto del Paese, infatti, la media è dell’11,7%, da noi il tasso di rinuncia si attesta al 13,7%».
« Oggi la Sanità sarda presenta – precisa il segretario generale FNP Sardegna – un modello di prestazioni e cure non armonico, frazionato e confuso, a cui si unisce una forte carenza di operatori e medici, con il dramma delle liste d’attesa su prestazioni specialistiche a disposizione dell’utenza. In pratica siamo di fronte a una carenza di programmazione e di visione organizzativa per disegnare un modello più adeguato alle necessità dei territori sardi».
Soltanto qualche giorno fa il segretario generale della Cisl sarda, Pier Luigi Ledda, ha fatto appello alla giunta Todde affinché «si affronti con un piano concreto e con determinazione la drammatica situazione di povertà che ormai, in Sardegna, riguarda oltre 120 mila famiglie su un totale di 726. 348». Nell’isola la povertà è scritta negli assegni di pensione. Il reddito previdenziale delle pensioni di vecchiaia registra un importo medio mensile regionale di 1.090,34 euro ( lordo), praticamente coincide con la soglia individuata per la povertà relativa (1.085 euro per un nucleo composto da due persone). Le pensioni assistenziali certificano un dato medio mensile degli assegni sociali pari a 408,97 euro e di 426,44 euro per gli invalidi civili.
«Non possiamo rimandare ancora, la politica – dice il segretario generale USR, Pier Luigi Ledda – deve mettere questo tema ai primi posti della sua agenda: ci vuole un piano pluriennale, un patto di legislatura, che prescinda dagli schieramenti e lavori nell’interesse dei Sardi»
« Il Consiglio generale FNP si svolge a Bitti perché le nostre assemblee – spiega Farina – sono itineranti, cioè a turno ci riuniamo in un territorio diverso, per richiamare l’attenzione dell’organizzazione sulle specificità locali. Domani sarà la volta del Nuorese». Nel territorio non ci sono le risorse per istituire nuove strutture idonee alla cura e assistenza degli anziani. Un problema sicuramente non facile, ma comunque bypassabile secondo Pietro Bassu, segretario generale della Fnp nuorese. «Si possono ricuperare edifici storici vuoti o inutilizzati ( scuole, caserme, alberghi di proprietà pubblica) , rimetterli in sesto secondo criteri della moderna ospitalità per anziani e rispondere concretamente ai bisogni crescenti di una collettività che deve sopperire ai numerosi deficit di un sistema sanitario e assistenziale che colpisconosoprattutto gli anziani».
Un’attenzione particolare agli anziani non solamente per ruolo sindacale, ma perché i “già giovani” sono le sentinelle dell’identità storico e culturale del territorio minacciato da una grave crisi demografica, che negli ultimi vent’anni ha tolto alla provincia barbaricina quasi 70 mila residenti.
« La protezione sociale che interessa la FNP riguarda soprattutto assistenza e cura degli anziani, medico di famiglia, servizi sanitari pubblici specialisti, servizi sanitari ospedalieri, attività ludico culturali per nonni. I risultati del nostro monitoraggio – aggiunge Bassu – dimostrano l’esistenza di strutture e uffici, che non funzionano in modo adeguato a causa della carenza di personale». In una situazione dove la rete sociale è smagliata, se non con grosse buche, devono aumentare solidarietà e copertura sindacale. « Siamo presenti con rappresentanze sindacali locali in 7 dei 51 comuni che fanno parte del nostro territorio di riferimento e con 12 centri d’accoglienza, dove iscritti e non possono venire per l’assistenza fiscale e del patronato. Sul complesso delle emergenze vigiliamo – dice Bassu – e facciamo sentire la nostra voce, da soli e molto spesso con le altri organizzazioni sindacali confederali e associazioni di volontariato: manifestazioni, sit in, marce e assemblee sono le nostre forme di protesta, a volte ancora molto efficaci, se dall’altra parte dei tavoli sindacali ci sono amministratori pronti ad ascoltare e a risolvere i problemi».
«Abbiamo scelto la sede di Bitti perché speriamo – dice Alberto Farina – sia il centro di un grande progetto innovativo di valenza mondiale, la miniera di “Sos enattos”, candidata a diventare sede dell’Einstein telescope ET, un osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione, in grado di osservare i processi cosmici con sensibilità mai raggiunte finora».
Al consiglio generale interverranno anche il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, il segretario generale della Cisl sarda, Pier Luigi Ledda, e la segretaria territoriale Maria Luisa Ariu.