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Sardegna.Fnp Cisl regionale: “Sulla  Legge 162/98 (Piani personalizzati di Sostegno”) la Regione applica le circolari  dell’Ispettorato del Lavoro, ma penalizza oltre 40 mila famiglie indigenti e i badanti/caregiver

“La Regione Sarda, nell’applicare alcune note amministrative dell’Ispettorato del Lavoro, mentre obbedisce allo Stato, mette in grave difficoltà migliaia di famiglie beneficiare della Lg. 162/98 (“Legge sui Piani Personalizzati di Sostegno” per persone con disabilità grave, ex art. 3, comma 3, Legge 104/92) e 377 Comuni sardi”. Lo sottolinea il Segretario generale FNP Cisl Sardegna, Mimmo Contu in una nota che così prosegue:
“Le famiglie, infatti, saranno costrette a sostenere a proprie spese il 30% del trattamento di fine rapporto dovuto a badanti e caregiver. Importo che inizialmente veniva conteggiato nei piani approvati dai comuni per l’annualità 2025.

LA SITUAZIONE – Fino a qualche mese fa le famiglie utilizzavano l’intera somma messa a disposizione dal Comune per garantire il massimo delle ore settimanali possibili di assistenza e stipendiare il/la badante, secondo tutte le voci previste in una regolare busta -paga, compresi mensilità aggiuntiva e 100% del TFR. La prassi, nel calcolo del prospetto paga mensile, su richiesta dei dipendenti e in accordo con il datore di lavoro, era quella di erogare mensilmente la retribuzione comprensiva dei ratei di TFR maturati nell’anno.

NUOVE DISPOSIZIONI – Durante il 2025 alcune note dell’Ispettorato del Lavoro hanno ribadito che, anche per i collaboratori domestici/badanti, la regola da applicare in relazione all’erogazione in busta del TFR è quella che vede una anticipazione nella misura massima del 70% del maturato su base annua, erogato non mensilmente, come per le altre tipologie di rapporto di lavoro e come previsto dal CCNL applicato. La Regione Sardegna – che per oltre 40 mila “Piani personalizzati” del 2025 ha stanziato più di 132milioni di Euro – si è subito allineata. Nello scorso mese di giugno 2025 con una circolare  ha indicato a tutte le Amministrazioni Comunali di adeguarsi alle procedure richieste dall’Ispettorato. Quindi acconto TFR per l’anno in corso  nel rispetto del tetto del 70%.

ESBORSO PER LE FAMIGLIE – Il TFR maturato (ma non pagato al lavoratore a dicembre), tuttavia, non potrà essere erogato dai Comuni agli assistiti perché non rientrante nell’importo mensile dovuto e, a causa della valenza annuale dei piani, verrà restituito non essendo possibile rendicontarlo per il solo fatto di non essere stato pagato. Inoltre, alla chiusura del contratto di assunzione, la famiglia/datore di lavoro avrà l’onere di pagare a saldo al dipendente il 30% del TFR maturato e non erogato che si è accumulato durante gli anni di durata del contratto di assunzione a partire dall’anno in corso.

INTERVENTO REGIONE – E’ pertanto necessario e urgente che la Regione Sardegna dia univoca istruzione ai Comuni, che direttamente hanno i rapporti con le famiglie e assistono i cittadini, affinché possano comunque inserire in rendicontazione, con apposita indicazione in busta paga, il TFR maturato ma non pagato a dicembre (il 30% restante sopra richiamato), perché quell’importo – benché differito nel tempo per l’erogazione – rimane di competenza dell’anno di maturazione ed è certamente dovuto al lavoratore”.