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Sardegna. VII congresso regionale Cisl Scuola, Maria Luisa Serra riconfermata segretaria generale

Pubblicato il 31 Gen, 2022

«La Dad ha dimostrato che, se mai ci fossero ancora dubbi, il diritto allo studio non è garantito per tutti». E’ partita da questa preoccupata costatazione Maria Luisa Serra, riconfermata  segretaria generale della Cisl scuola al termine del VII congresso regionale di categoria, per rilanciare l’urgenza di una riforma del sistema scolastico isolano. Un obiettivo programmatico sindacale annunciato nello slogan congressuale:  “Disegnare oggi la scuola di domani”.

 La Sardegna ha indubbiamente bisogno di una “nuova scuola”, soprattutto dopo la tempesta coronavirus che ha generato nell’isola numerosi problemi, elencati da Maria Luisa Serra. Anche la dispersione scolastica è la logica conseguenza di questo diritto allo studio problematico per molti ragazzi, a seconda della provenienza territoriale: il 23% dei giovani sardi di età compresa tra 18 e 24 anni non ha un diploma, è in possesso soltanto della licenza media ( in Italia il 12%). Si va da un picco di dispersione del 50% circa nella provincia di Nuoro al 10% nella provincia di Oristano. Mentre il calo demografico  ogni anno  fa perdere a ciascuno degli istituti comprensivi della Sardegna almeno una classe di scuola dell’infanzia.

La Cisl Scuola – nel corso del congresso presieduto dal segretario generale  della Cisl sarda, Gavino Carta –  ha indicato tre principali modalità di contrasto del fenomeno dell’abbandono scolastico: la prevenzione, l’intervento e la compensazione. «La prevenzione dell’abbandono scolastico – ha detto Maria Luisa Serra – include iniziative che riguardano il miglioramento dell’insegnamento, della cura già nella prima infanzia e successivamente nell’orientamento scolastico e professionale. L’intervento può consistere nella creazione di gruppi di lavoro, nell’utilizzo delle compresenze, se ci sono, nell’attribuzione di compiti diversificati senza lo stigma dei  ruoli immutabili. La compensazione – ha aggiunto la segretaria generale Cisl Scuola Sardegna –  diventa uno strumento di “giustizia commutativa”, ovvero, il sistema di formazione professionale, può rappresentare senz’altro uno strumento più agile per i ragazzi che non sono riusciti a completare i loro rispettivi corsi di studio. Possono trovare, infatti, nella formazione professionale un valido iter utile a raggiungere il mondo del lavoro con un’adeguata qualificazione in entrata».

Preoccupazione degli insegnanti per gli effetti scatenati da Covid sui ragazzi. «La Dad, da strumento necessario e formidabile per tenere in essere i contatti con la scuola e per la prosecuzione degli studi, ha determinato  – ha detto Maria LuisaSerra –  una serie di strascichi di rilevante importanza, sia tra gli adolescenti, sia tra gli studenti universitari che hanno affrontato in solitudine il confinamento forzato. I numeri aiutano a capire il fenomeno: recenti studi delle Università di Cagliari e Sassari calcolano che i ragazzi in Sardegna trascorrano il 79 % del tempo sui social ovvero più di quattro ore al giorno cioè 120 ore in un mese. Nel 90% dei casi, i social sono per loro l’unico modo per mantenere i contatti con l’altro anche se il 74% sostiene che li lascino comunque soli. In un’indagine realizzata a maggio 2021, l’81% dei giovani confessa di avere sensazioni sgradevoli, cioè di sentirsi agitato, pronto a spaccare tutto, demotivato e impotente».

« Si devono semplificare le norme per poter riprendere in piena normalità la scuola in presenza», ha detto Ivana Barbacci, segretaria generale aggiunta della Cisl scuola, «la Dad può essere utilizzata per un tempo limitato. Dobbiamo inoltre potenziare le risorse umane e stiamo lavorando per dare stabilità per il prossimo anno garantendo continuità nelle nostre scuole». La Cisl scuola è l’unico sindacato ad aver firmato il nuovo contratto sulla mobilità. Tutti i docenti neoassunti, e quelli assunti nel 2020, grazie al contratto firmato il 27 gennaio scorso potranno presentare, se vogliono, la domanda di trasferimento. Senza questo contratto, non ne avrebbero avuto la possibilità. Si tratta di ben 70.000 persone potenzialmente interessate. “Parallelamente c’è tutta la partita del Pnrr: la progettualità – ha aggiunto la Barbacci – deve ora entrare nel vivo e diventare reale, questa è l’occasione per rilanciare il territorio».

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