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Sindacati: La ristrutturazione della Bnl impoverisce la Sardegna

Pubblicato il 25 Gen, 2022

Adesione altissima tra i 300 lavoratori di BNL operanti nelle 23 agenzie dell’Isola allo sciopero del 24 gennaio scorso. La protesta è su scala nazionale, ma le segreterie regionali dei sindacati dei bancari della Sardegna – che sostengono tale protesta – hanno voluto portare all’attenzione dei politici e dei cittadini sardi il significato della profonda ristrutturazione che è in corso di attuazione ad opera della dirigenza della BNL. “La ristrutturazione contiene alcune novità che se passassero – hanno detto i Segretari Regionali della Sardegna del settore credito di FABI, FIRST-CISL, FISAC-CGIL, UILCA-UIL, UNISIN durante una conferenza stampa – sarebbero prestissimo dominio di tutte le aziende di credito e ciò consisterebbe in un enorme danno per la nostra terra”.
“Con profonde gomitate procedurali la BNL sta procedendo – si legge in una nota sindacale – da un lato alla dismissione di interi comparti e lavoratori e dall’altro alla chiusura di un’alta percentuale di agenzie operative (circa il 10%). Tutto ciò in violazione delle previsioni contrattuali e in un contesto in cui l’azienda ha risultati di tutto rispetto, con utili che la pongono al vertice di tutto il settore credito. Se il progetto della BNL dovesse concludersi come lo intende l’azienda, in Sardegna avremmo altre agenzie bancarie chiuse e la perdita contestuale di preziosissimi presidi e posti di lavoro. E il peggio sarebbe l’effetto domino!”
Secondo i sindacati, “Anche le altre banche, vedendo che certe manovre spericolate sono concesse, adotterebbero immediatamente tale modello che consiste nell’abbandono dei territori meridionali o dispersi e il trasferimento dei lavoratori su aziende che sono in realtà dei binari morti”.
I responsabili sindacali hanno richiamato l’attenzione della politica regionale “perché è importante che i politici facciano sentire la loro voce. Le aziende di credito sono spesso l’ultimo baluardo di presenza istituzionale in tantissime zone dell’isola e la presenza delle agenzie è capace di muovere un indotto che è utile per sostenere l’economia locale. Inoltre, la difesa dei posti di lavoro bancari è difesa di una buona occupazione che si vorrebbe riservare anche ai nostri giovani. Anche i politici degli enti locali sono stati invitati a mobilitarsi in questa battaglia perché proprio le loro comunità rischiano di soffrire per gli effetti attuali e futuri di manovre come quella della BNL”.

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