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Trasporti Sardi. Ignazio Lai confermato segretario generale dal XII Congresso FIT-Cisl Sardegna: “un sistema- groviera”

Pubblicato il 14 Gen, 2022

“Se si risolvesse il problema dei trasporti – marittimi, aerei e ferroviari e delle relative infrastrutture – lo sviluppo e il rilancio dell’economia della Sardegna sarebbe meno difficile del previsto. Tutto è reso complicato da un «sistema-groviera», pieno di carenze che ritardano lo sviluppo dell’isola e molte volte creano problemi ai lavoratori addetti”. Ignazio Lai (63 anni), l’altro ieri riconfermato segretario generale  della FIT Sardegna al termine dell’XII congresso di categoria, ha messo sul tavolo dei congressisti le carte dell’emergenza e le proposte del sindacato per superarla. Al congresso il segretario generale  Cisl Sardegna Gavino Carta  e il segretario generale nazionale Fit, Salvatore Pellecchia, hanno evidenziato la strategicità del settore per l’economia di tutto il paese e della Sardegna in particolare. Carta  ha stigmatizzato i lunghi silenzi di una  Giunta  “ che non dialoga con il sindacato e non risponde alle proposte e alle sollecitazioni delle organizzazioni dei lavoratori”.

Il XII Congresso FIT ha eletto in segreteria  con Ignazio Lai ( segretario generale regionale ), anche Corrado Pani ( segretario  generale aggiunto), Claudia Camedda, Gianni Loddo e Michele Palenzona

Ma ecco la situazione del trasporto in Sardegna diviso per comparti.

Ferrovia – In Sardegna resta solamente il trasporto passeggeri, il trasporto merci non esiste più. La Sardegna è l’unica regione italiana a non avere un metro di binari elettrificati e la ferrovia si sviluppa per il 92% del suo percorso su un binario semplice, cioè i treni vanno e vengono uno alla volta. Nell’isola circolano 119 treni con un’età media  19,3 anni; la percentuale di treni in Sardegna con età superiore a 15 anni è pari al 69,7%: il dato peggiore in Italia.

Trasporto aereo –  Secondo Ignazio Laiuna commedia all’italiana”. Il territorio gallurese interessato da  circa 600 operatori Airitaly che si aggiungano alla lunga lista dei disoccupati. “Se la Regione non  interviene, in modo programmatico e strutturale, per creare nuove formule vettoriali che garantiscano la qualità e la quantità del servizio per la mobilità dei sardi, non si riuscirà a  rinnovare l’occupazione delle eccellenti professionalità del comparto di Airitaly”, aggiunge Lai. Ma è tutto il sistema del trasporto aereo da e per la Sardegna che ha bisogno di un governo chiaro e lungimirante, non di una continua provvisorietà: ogni mese viene presentata a una proposta politica diversa

Gestione aeroporti. “Un grande gruppo  societario che ha già monopolizzato gli aeroporti di Alghero e Olbia, oltre ad alcuni scali nazionali, sta entrando a piccoli passi anche nell’aeroporto di  Elmas. Reputiamo non necessaria – dice Ignazio Lai – un’unica proprietà per poter avere una proficua messa in rete degli aeroporti sardi, pur non essendo contrari a cambi di proprietà da parte di qualsiasi acquirente, ma con garanzie per la salvaguardia dei lavoratori e delle loro retribuzioni. E’ utile altresì prevedere soluzioni di reimpiego a breve termine  dei lavoratori di AIR ITALY. Purtroppo, questa irrisolutezza della Regione, che continua a essere al centro della sua operatività, per non occuparsi in modo esaustivo delle vertenze industriali aperte in Sardegna, inficia ogni speranza. Tutto questo, oltre che comportare l’estensione di profonda crisi nell’indotto, favorisce una crescente decadenza di sviluppo economico e culturale. Conseguenza delladebolezza politica della nostra Regione”.

Sistema Porti- La graduale perdita delle linee che collegavano la Sardegna con 3 continenti, il lento calo dei traffici registrato dal 2017 al 2019 nel porto container cagliaritano, ha costretto il concessionario a delocalizzare e fare scelte diverse. Come sempre a pagare lo scotto, anche in questo caso, sono stati i lavoratori, forse, gli unici non responsabili di questa lenta debacle. L’agenzia portuale, finalmente approvata qualche giorno fa, potrebbe dare speranza agli oltre 300 lavoratori portuali, tra diretti e indiretti, mantenendoli all’interno del sistema porto, salvaguardando tutte le professionalità, ma soprattutto interrompendo la NASPI almeno per i prossimi 3 anni.

Zona Economica Speciale (ZES) – Altra ottima occasione, ma ancora da affermare, è la costituzione del Piano Strategico della ZES, che comprenderà Cagliari (con 1628 ettari), Portovesme ( 110 ettari), Olbia (180 ettari), Porto Torres ( 500 ettari), Oristano (con 219 ), Ogliastra ( con 59 )  2770 ettari di aree collegate a zone portuali, che godranno di semplificazioni amministrative e fiscali per favorire lo sviluppo di imprese già insediate,o che, in quel perimetro, sceglieranno di insediarsi.

ANAS – L’Anas, che potrebbe avere un ruolo rilevante nel modernizzare il sistema trasporti, difetta di numerose nuove e importanti  risorse umane in organico. Le rare assunzioni degli ultimi tre anni non sono bastate neanche per garantire un minimo di turnover, necessario per assicurare in  tutta la Sardegna un’adeguata manutenzione e sorveglianza per la gestione di 3200 km. L’ANAS in Sardegna si è ridotta ad avere in esercizio: n° 78 operatori; n° 27 Cantonieri; n° 27 Sorveglianti; n° 3 Operatori di sala controllo, n°1 Autista.

Trasporto pubblico locale –  Continua a soffrire per la mancanza a oggi di un nuovo piano dei trasporti . “Il TPL sardo – aggiunge Ignazio Lai – si distingue per il numero eccessivo di aziendine a conduzione familiare: poche le imprese di media grandezza, le altre non superano i cinque o sei addetti ciascuna. Questo configura la debolezza contrattuale del Trasporto Pubblico Locale, che non riesce a trovare le intese per favorire la riforma di un unico consorzio fra aziende, nè a riprogettare una corretta distribuzione delle tratte chilometriche esistenti in Sardegna.

La regione Sardegna, inoltre, dovrebbe adeguare, in termini programmatici, l’ormai obsoleto contributo del costo chilometrico dei vari vettori.

In Sardegna i mezzi privati incidono per 80% sul totale degli spostamenti. Il trasporto collettivo, invece,  solo per il 20%. I passeggeri /km sono ripartiti per il 47% su autobus e filovie extraurbani. Per il 29% sulle ferrovie e tranvie extraurbane

Il 10% su mezzi urbani. Il restante su altri mezzi di trasporto.

“ Se non si crea una rete efficiente di collegamenti con i mezzi appositi – dice Lai –  tutto si sposta, dove è più facile viaggiare e trasportare, compromettendo sempre di più la situazione turistica ed  economica, specialmente quella  legata alla geografia isolana”.

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