La difficile situazione socio-economica, l’invecchiamento della popolazione, le condizioni del sistema sanitario-assistenziale richiedono un nuovo protagonismo della popolazione anziana, in Sardegna ormai corrispondente a un terzo della popolazione. Il segretario generale della FNP, Mimmo Contu, ieri, nella relazione di apertura del XII congresso regionale della categoria ha indicato la rotta lungo la quale il sindacato degli over 65 dovrà muoversi nel prossimo quadriennio.
«Il nostro congresso è, deve essere , il momento di un processo di ricerca e costruzione di un disegno di rilancio della società sarda dal punto di vista economico, culturale, ambientale. E’, questo, il coraggio, ma anche il rischio della partecipazione – ha detto Contu davanti a un centinaio di delegati provenienti da tutti i territori dell’isola – viene proposto dallo slogan congressuale, che vogliamo assumerci perché in questa Sardegna noi vogliamo avere un ruolo da protagonisti. Non solo il “coraggio della partecipazione”, ma “il dovere della partecipazione”, che deriva dall’osservazione della realtà locale. In Sardegna la popolazione a dicembre 2024 era di 1.570.000. Il 28 per cento è formato da uomini e donne ultra 65 anni. Con un dato ancora più preoccupante : il numero dei bambini tra 0-4 anni è perfettamente uguale a quello degli anziani tra 85 e 89 anni: cioè 40.000 persone».
L’inverno demografico è frutto non solamente di un cambiamento radicale del genere di vita, ma conseguenza di uno stato di necessità creato dall’assenza di lavoro, di prospettive, sicurezza, anche di speranza, di un pessimismo diffuso tra i giovani.
Oggi la condizione anziana è attraversata da cambiamenti veloci e profondi. Di tante e diverse “condizioni anziane”: dalle persone in buona salute che desiderano contribuire attivamente alla società, a quelle che affrontano fragilità fisiche, economiche o sociali. Questa complessitài impone un approccio “su misura”, capace di rispondere alle molteplici esigenze e aspirazioni.
A cominciare da una nuova cultura sindacale. «Dobbiamo convincere prima di tutto noi stessi, i pensionati, – dice Contu – che non si può stare alla finestra, non possiamo limitarci al piccolo cabotaggio, dobbiamo prendere il largo per una nuova avventura non solo sindacale, dove al centro di questa vertenza non ci siamo noi, ma una società dai connotati diversi». Con un altro imperativo comportamentale: «Abbiamo il dovere di evolverci per rispondere in modo completo alle nuove esigenze dei pensionati, arricchendo la tutela tradizionale per abbracciare sempre di più un concetto di cittadinanza attiva e di partecipazione sociale».
Il congresso era un appuntamento molto atteso per registrare il pensiero della Cisl sull’operato della Giunta regionale, che da un anno governa l’isola, soprattutto in materia socio-sanitaria e assistenziale . Il giudizio della FNP non è positivo. « La sanità è al collasso, in un anno la situazione per i sardi è peggiorata, manca un piano per affrontare le emergenze. Lanciamo un appello all’unità di tutte le forze politiche», ha detto il segretario generale Contu, davanti al presidente del Consiglio regionale della Sardegna, al sindaco di Cagliari, al segretario generale FNP Emilio Didonè, al segretario nazionale FNP Roberto Pezzani e al vertice del sindacato regionale confederale Cisl.
Nella relazione particolare attenzione anche ai problemi organizzativi: la continuità associativa, il rapporto tra FNP,servizi ed enti Cisl, nuovo ruolo della Federazione nei territori con la missione aggiuntiva, ma urgente, di presidiare le zone dove lo spopolamento è più forte, ma dove si conserva gran parte del patrimonio culturale e identitario della Sardegna. Un forte appello anche alla collaborazione tra le sigle confederali
«L’icona del camminare insieme che contraddistingue questa relazione rende necessaria il rilancio del lavoro comune e del dialogo tra Cgil, Cisl e Uil – ha detto Mimmo Contu – soprattutto tra le federazioni dei pensionati. Il filo rosso che unisce la categoria è l’urgenza di risolvere i problemi degli anziani e dei pensionati sardi. L’unità d’azione non solo è auspicabile, ma anche obbligatoria. Ma c’è un altro motivo che ci impone moralmente un cammino unitario: mostrare alla politica, divisa su tutto con paralizzanti e a volte divisioni tattiche per fini esclusivamente elettoralistici, che le differenze ideologiche e culturali cadono in nome del bene comune dei sardi».
Contu ha chiuso la sua relazione con un pensiero di papa Francesco molto attento alla missione del sindacato e ai problemi della vecchiaia ( ha istituito la festa mondiale dei nonni): “I sindacati e i movimenti di lavoratori per vocazione – dice il Papa – devono essere esperti in solidarietà. Ma per contribuire allo sviluppo solidale vi prego di guardarvi da tre tentazioni. La prima, quella dell’individualismo collettivista, cioè proteggere solo gli interessi di quanti rappresentate, ignorando il resto dei poveri, emarginati ed esclusi dal sistema. Occorre investire in una solidarietà che vada oltre le muraglie della vostre associazioni, che protegga i diritti dei lavoratori, ma soprattutto di quelli i cui diritti non sono neppure riconosciuti”. La Fnp – ha concluso Contu – vuol guardare non solo ai nostri iscritti, ma anche agli oltre 300 mila poveri presenti oggi in Sardegna».
Il congresso si conclude questa mattina con l’intervento del segretario generale nazionale, Emilio Didonè.