In questi giorni sono circolati i numeri sui docenti precari che anche quest’anno saranno destinatari di un contratto di supplenza annuale. Non ci appassiona la discussione su quanti siano effettivamente questi contratti: lo vedremo a breve e saranno comunque un numero spropositato. Ci interessa, piuttosto, spiegare all’opinione pubblica da dove nasce questo annoso problema.La decisione di non autorizzare le assunzioni dei docenti su tutti i posti effettivamente vacanti, ma solo su una loro parte, costringe a coprire con lavoro precario molte cattedre, per le quali ci sarebbero aspiranti che hanno affrontato e superato le prove di un concorso, ma che non potranno essere assunti. Come se non bastasse, l’idoneità ad un concorso non avrà per loro alcun valore, perché saranno costretti a ripeterloÌ il sistema che l’Amministrazione vorrà darsi.Si tratta di un evidente spreco di risorse e di una vera e propria vessazione illogica e ingiustificata per gli idonei dei concorsi 2020, ma anche per quelli dei concorsi PNRR 2023. Da tempo la Cisl Scuola chiede di rendere strutturale un sistema di reclutamento a doppio canale, già messo in pratica con successo da qualche anno sui posti di sostegno: l’assunzione dalle graduatorie degli abilitati che affianchi quella dai concorsi per esami. Nel frattempo devono essere rimosse le rigidità imposte dalle regole attuative del PNRR: si autorizzi l’assunzione degli idonei nei concorsi, visto che i posti ci sono già adesso e non ha nessun senso riservarli al futuro, immaginando di continuare a bandire concorsi a raffica.