“Quella economica è una violenza che non lascia lividi sulla pelle, ma segna in profondità la libertà e la dignità delle donne.” E’ quanto affermato da Silvia Russo, segretaria generale Cisl Toscana nel suo intervento conclusivo all’iniziativa che la Cisl ha dedicato oggi proprio a questa forma spesso invisibile e silenziosa, ma terribilmente efficace, di violenza di genere.“La violenza economica – ha detto Russo – è quella che si consuma quando una donna non può disporre del proprio denaro, quando il suo stipendio le viene sottratto, quando le viene impedito di lavorare o di studiare, quando non può accedere al conto corrente di famiglia o, per farlo, deve chiedere ‘il permesso’ per ogni spesa; troppo spesso le donne restano così prigioniere di relazioni violente, perché la dipendenza economica diventa una catena invisibile, che trattiene, isola, fa paura. Una donna su tre che subiscono violenza domestica vive anche forme di violenza economica.”“La violenza economica -ha sottolineato la segretaria Cisl – non riguarda solo le mura di casa: c’è un intero sistema che continua a rendere più difficile per una donna guadagnare, lavorare, scegliere; un sistema in cui le donne guadagnano meno a parità di lavoro, hanno carriere più brevi, pensioni più basse e portano sulle spalle il peso maggiore del lavoro di cura.”“La violenza – ha poi avvertito Russo – si annida anche nei contratti precari, nei part-time involontari, nella mancanza di servizi, nelle scelte obbligate tra lavoro e maternità, insomma in quello che noi chiamiamo lavoro fragile. E allora non possiamo più considerarlo un problema privato: è una questione sociale, culturale, politica; è una questione di giustizia. Senza autonomia economica, la libertà resta un diritto solo sulla carta.”“Come Cisl – ha concluso Russo – abbiamo la responsabilità grande di promuovere il lavoro delle donne, la loro stabilità, la loro formazione; di costruire luoghi di lavoro sicuri, rispettosi, e liberi da ogni forma di discriminazione; di accompagnare le donne che subiscono violenza anche con sportelli di ascolto, tutela legale, supporto per il reinserimento lavorativo. E al tempo stesso cambiare la cultura, educando al rispetto, al valore del lavoro femminile, al diritto di ogni donna di essere padrona del proprio tempo, del proprio corpo, del proprio futuro.In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, la Cisl Toscana, insieme alla First (lavoratori bancari, assicurativi e riscossione tributi), ha scelto di approfondire il tema in parte sottovalutato della violenza economica. La giornata si è aperta con gli interventi di Katiuscia Biliotti, della Segreteria Cisl Toscana e di Angela Settembrini, coordinatrice donne e politiche di genere Cisl Toscana; poi una tavola rotonda con il segretario generale First-Cisl Toscana Marco Lenzini, la Consigliera di parità della Regione Toscana Maria Grazia Maestrelli, la psicologa e psicoterapeuta Tania Berti dell’Associazione Artemisia, l’avvocata Silvia Muratori. Prima della relazione conclusiva di Silvia Russo, i partecipanti hanno assistito allo spettacolo teatrale “Femminile. La donna nella letteratura e nella musica” di Fabio Cicaloni.I dati illustrati dai relatori confermano che c’è ancora strada da fare per la piena parità di genere: in Toscana, nel settore privato, gli uomini percepiscono in media un compenso giornaliero lordo di 100,9 euro, contro i 76 euro delle donne; nella nostra regione il tasso di occupazione femminile (al 30 giugnoscorso) è del 65,9% rispetto al 77,4% di quella maschile: un dato migliore di quello nazionale (rispettivamente 53,9% e 71,4%) ma ancora lontano dalla parità. A rendere insufficienti i redditi femminili è anche il ricorso al part-time, spesso imposto dalle aziende o dalle situazioni familiari: i tre quarti di tutti i contratti part time in Toscana (302mila) sono femminili (226mila, il 74,5%), sebbene le donne siano solo il 44,6% (744mila) di tutti gli occupati (1,668 milioni) nella regione. E anche sul fronte delle competenze finanziarie le donne sono in svantaggio: un’indagine Bankitalia del 2023 assegna agli uomini un punteggio medio (tra 0 e 20) di 10,9 e alle donne di 10,5.
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