Protocollo Regione Toscana con Cgil, Cisl, Uil e categorie per potenziare i servizi per l’impiego. Le dichiarazioni dei sindacati.
Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana) e Fulvia Damiani (segreteria Fp Cgil Toscana): “Questo accordo ha una importante valenza sociale e dimostra che col confronto si possono ottenere risultati utili. C’è un modello toscano che auspichiamo faccia da esempio, sono state potenziate le politiche attive del lavoro e la presa in carico delle persone più fragili sul mercato del lavoro, che hanno maggiori difficoltà di inserimento o che ne sono state espulse, ma anche di supporto alle imprese nell’incrocio tra la domanda e l’offerta e nell’erogazione di tutti quei servizi pubblici previsti dalla Carta regionale dei servizi secondo i livelli essenziali delle prestazioni. È fondamentale investire nella prossimità dei servizi per essere vicino ai cittadini: trovare a uno sportello una persona messa dal pubblico che prova a darti una mano dà una prospettiva. Al governo, che supera il Reddito di Cittadinanza lasciando le persone in miseria, diciamo che disoccupazione e povertà non possono essere considerate una colpa”.
Ciro Recce (segretario generale Cisl Toscana) e Raffaella Comodo (Cisl-Fp Toscana): “Arriviamo oggi alla firma di un protocollo importante per il mercato del lavoro, centrale rispetto alle necessità di chi cerca lavoro; dovrà garantire il completamento del potenziamento dei centri per l’impiego, per rafforzare l’erogazione delle politiche attive.”
“In Toscana, come nel resto del Paese, è forte la non corrispondenza tra le competenze richieste dalle imprese che offrono lavoro e quelle di cui è portatore chi cerca lavoro. Su questo bisogna lavorare e a questo serve il protocollo che sottoscriviamo oggi.”
“Il sistema pubblico-privato che abbiamo costruito in campo in Toscana è stato efficace e riteniamo che sia questa la strada da percorrere.”
Paolo Fantappiè (segretario generale Uil Toscana) e Flavio Gambini (segretario generale Uil-Fpl Toscana): “Un protocollo importante, che non solo va a potenziare i Centri per l’Impiego – e quindi l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro – ma dà un segnale importante a tutte le altre regioni italiane.”
“Ad oggi persiste il paradosso per cui il numero di NEET (inattivi che non si formano e non cercano lavoro) è molto alto, i dati che ci arrivano dalle imprese mostrano che non trovano personale qualificato e, infine, continuiamo ad assistere ad una consistente fuga di cervelli. A questo aggiungiamo un’evidente discrepanza tra le esigenze delle imprese e la formazione impartita dal sistema scolastico italiano.”
“Con questo protocollo si interviene proprio su questo, offrendo – in primis a tutti quei giovani citati poco fa – lavoro stabile e di qualità.”