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Assemblea interregionale Cisl per la salute e la sicurezza nel lavoro: a Padova in 350 da Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

Mattia PIRULLI, segretario confederale Cisl nazionale: ” Più degli slogan servon azioni concrete e un nuovo patto di responsabilità collettiva”. I quattro segretari generali REFOSCO/Veneto, MONTICCO/Friuli-Venezia Giulia, BEZZI/Trentino e CALIFANO/Alto Adige:”Serve passare dalla protesta all’azione concreta, anche ridando valore e centralità ai rappresentanti dei lavoratori, sentinelle per la salute e la sicurezza”. Avviata l’indagine nazionale di Inail sul ruolo del RLS.

In oltre 350 rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza da Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia si sono riuniti oggi al Crowne Plaza hotel di Padova per l’Assemblea interregionale di Cisl per la salute e la sicurezza nel lavoro. L’evento si inserisce nell’ambito della mobilitazione di Cisl “Fermiamo la scia di sangue”, che da febbraio ha visto numerose assemblee e iniziative nei luoghi di lavoro e sui territori allo scopo di sensibilizzare lavoratori e lavoratrici, istituzioni e imprese sull’emergenza.

La tappa veneta fa parte di una vera e propria road map promossa da Cisl nazionale in diverse città italiane per rilanciare il ruolo della rappresentanza per la salute e la sicurezza sul lavoro. Un’occasione di aggiornamento e confronto, ma anche uno spazio di ascolto per raccogliere, da chi ogni giorno svolge con impegno il proprio ruolo nelle realtà lavorative e a livello locali, indicazioni utili a potenziare la prevenzione. Così l’assemblea è stata occasione di avvio, anche per i territori del Nordest, della nuova edizione dell’indagine “IMPAcT-RLS”, condotta da Inail e gestita per Cisl dall’ente di formazione Ial nazionale (Innovazione Apprendimento Lavoro). Si tratta di una ricerca, a cadenza biennale, che ha lo scopo di indagare la figura del rappresentante per la sicurezza, sia quelli aziendali (RLS) che quelli territoriali (RLST), nei diversi contesti lavorativi nonché di approfondire le attività svolte, tra diritti riconosciuti o negati, criticità riscontrate e dinamiche relazionali in tema di prevenzione e sicurezza.

«“Conoscere per prevenire e tutelare” è l’obiettivo degli incontri in corso con migliaia di rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, aziendali e territoriali, di tutte le regioni italiane, e con loro ci siamo confrontati anche il 13 aprile a Roma» spiega Mattia Pirulli, segretario confederale di Cisl nazionale con delega alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, intervenuto a chiudere l’assemblea. «Ognuno deve fare la propria parte, per questo abbiamo rivolto ancora una volta un forte e deciso appello al Governo, alle istituzioni, agli enti nazionali e alle associazioni datoriali, perché andando oltre agli slogan, il tema della salute e della sicurezza sul lavoro sia riproposto al centro del dibattito pubblico attraverso un nuovo patto di responsabilità collettiva, che impegni ciascuno a promuovere interventi concreti per contrastare ed eliminare la piaga sociale dei danni da lavoro».

«Sconfiggere gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è possibile, ma richiede azioni concrete e determinate da realizzare all’interno dei luoghi di lavoro ‒ afferma Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto, a cui era affidata l’apertura dei lavori ‒. Per questo motivo il ruolo degli RLS è fondamentale: sono loro le sentinelle della salute e della sicurezza. L’iniziativa di Cisl, che vuole essere pragmatica e non solo di denuncia e di protesta, ha messo al centro oggi l’ascolto delle loro esperienze e delle loro esigenze, le storie vere di ogni giorno. È questo, per noi, il punto di partenza per la realizzazione di politiche più efficaci».

«Gli RLS e gli RLST sono le nostre prime linee per intervenire nei luoghi di lavoro ‒ sottolinea Alberto Monticco, segretario generale Cisl Friuli-Venezia Giulia ‒, perciò serve che siano sempre più parte attiva nei processi di monitoraggio e prevenzione degli infortuni. Dobbiamo abbinare i percorsi normativi e contrattuali a specifiche azioni operative sul lavoro, in modo da garantire poi l’applicabilità delle norme laddove di più servono, anche perché il tessuto industriale nazionale è composto da aziende piccole e piccolissime in cui si deve, per necessità, incidere nella quotidianità dei comportamenti. Dobbiamo aiutare gli RLS, gli RLST, i preposti e tutti i lavoratori a non aver paura di denunciare le situazioni di rischio e dobbiamo avere il coraggio di non lasciare sole le persone in questo che è un percorso di civiltà».

«Serve un’alleanza che porti ad azioni concrete. L’obiettivo è quello di garantire il diritto a ogni lavoratore di rientrare serenamente nella propria abitazione al termine di una giornata di lavoro – evidenzia Michele Bezzi, segretario generale Cisl Trentino –. Non basta indignarsi quando succede un grave infortunio. Occorre tutti i giorni portare avanti una cultura della sicurezza, e per crearla si deve puntare sulla formazione prima di tutto degli RLS e degli RLST, ma anche degli stessi imprenditori. E occorre prevedere l’insegnamento della sicurezza sul lavoro nei percorsi scolastici».

«La sicurezza sul lavoro è ancora troppo spesso considerata un costo, un ostacolo alla produttività e allo svolgimento dell’attività lavorativa ‒ ha aggiunto Donatella Califano, segretaria generale SGBCisl (Alto Adige) ‒. È evidente come serva un radicale cambiamento di mentalità e di approccio: la sicurezza è un investimento a vantaggio di tutti».

Il Manifesto di Cisl, le richieste al Governo

Tra i temi affrontati in assemblea i punti chiave del Manifesto di Cisl su salute e sicurezza (presentato a febbraio), rispetto ai quali il sindacato chiede un confronto con il Governo e concretezza. A partire dalla necessità di rafforzare l’attività di controllo e vigilanza con nuove assunzioni di ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, elevando la qualità del coordinamento; supportare chi intende denunciare illeciti, discriminazioni e mancate tutele, incrementando le inefficaci sanzioni pecuniarie previste ad oggi per il lavoro nero e grigio; istituire un sistema di qualificazione delle imprese, attraverso lo strumento della patente a punti, introducendo ulteriori criteri di accesso alle gare di appalto. E ancora, investire nella formazione per diffondere conoscenze e competenze di base, sviluppando una cultura della prevenzione a partire dall’insegnamento della materia negli ambienti scolastici; estendere regole e procedure previste per gli appalti pubblici ai grandi cantieri privati; sviluppare e sostenere nuove forme di partecipazione che diano ai delegati dei lavoratori maggiori poteri decisionali e di controllo; attingere anche alle risorse degli avanzi di bilancio di Inail, risorse che sono delle imprese e dei lavoratori (pari a 3 miliardi, nel solo 2023) e devono essere totalmente impegnate su programmi di prevenzione, formazione e per elevare le rendite riconosciute alle vittime. Serve che Governo, sindacato, imprese si trovino dalla stessa parte e remino uniti verso riforme e investimenti che non ammettono ulteriori ritardi o condizionalità ragionieristiche.

Il Manifesto di Cisl, le richieste al Governo

Tra i temi affrontati in assemblea i punti chiave del manifesto di Cisl su salute e sicurezza (presentato a febbraio), rispetto ai quali il sindacato chiede un confronto con il Governo e concretezza (cfr: www.cisl.it/notizie/primo-piano/infortuni-cisl-la-mobilitazione-nazionale-prosegue-con-assemblee-nei-luoghi-di-lavoro-e-con-iniziative-su-tutti-i-territori-per-dare-prospettiva-al-confronto-con-il-governo-sui-contenuti-del-manif/). A partire dalla necessità di rafforzare l’attività di controllo e vigilanza con nuove assunzioni di ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, elevando la qualità del coordinamento; supportare chi intende denunciare illeciti, discriminazioni e mancate tutele, incrementando le inefficaci sanzioni pecuniarie previste ad oggi per il lavoro nero e grigio; istituire un sistema di qualificazione delle imprese, attraverso lo strumento della patente a punti, introducendo ulteriori criteri di accesso alle gare di appalto. E ancora, investire nella formazione per diffondere conoscenze e competenze di base, sviluppando una cultura della prevenzione a partire dall’insegnamento della materia negli ambienti scolastici; estendere regole e procedure previste per gli appalti pubblici ai grandi cantieri privati; sviluppare e sostenere nuove forme di partecipazione che diano ai delegati dei lavoratori maggiori poteri decisionali e di controllo; attingere anche alle risorse degli avanzi di bilancio di Inail, risorse che sono delle imprese e dei lavoratori (pari a 3 miliardi, nel solo 2023) e devono essere totalmente impegnate su programmi di prevenzione, formazione e per elevare le rendite riconosciute alle vittime. Serve che Governo, sindacato, imprese si trovino dalla stessa parte e remino uniti verso riforme e investimenti che non ammettono ulteriori ritardi o condizionalità ragionieristiche.

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