Anche quest’anno l’avvio dell’anno scolastico nelle province di Treviso e Belluno presenta numerose criticità, nonostante alcuni progressi rispetto al passato. Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la situazione appare leggermente migliorata: nella Marca trevigiana sono stati immessi in ruolo 5 dirigenti su 6 sedi vacanti grazie al concorso ordinario, mentre in provincia di Belluno i dirigenti immessi in ruolo sono 3 su 6. “Belluno rimane una provincia penalizzata dalla posizione geografica, dal caro vita, dalla carenza di alloggi e dai problemi infrastrutturali – osserva Anna Lucia Tamborrini, segretaria generale della Cisl Scuola Belluno Treviso -, tutti fattori che rendono difficile attrarre e trattenere personale”.Molto più complessa la situazione dei docenti: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha autorizzato l’immissione in ruolo soltanto per un terzo dei posti disponibili in organico di diritto, numeri ben lontani dal fabbisogno reale. “Lo dimostrano i tanti posti in deroga che ogni anno vengono coperti da supplenti – sottolinea la Cisl Scuola -. A essere particolarmente colpito è il sostegno: mancano ancora il 20-30% dei docenti nelle scuole delle due province, con la conseguenza che molti alunni con disabilità inizieranno le lezioni senza il docente di riferimento”.Non meno preoccupante la situazione del personale ATA. Nella Marca, su 419 posti vacanti di collaboratore scolastico sono state effettuate appena 135 immissioni in ruolo, e su 136 posti disponibili per assistente amministrativo solo 38 sono stati coperti. Nel Bellunese, a fronte di 132 posti da collaboratore scolastico, ne sono stati stabilizzati 43, mentre per gli assistenti amministrativi sono 11 le immissioni a fronte di 38 posti vacanti.Per i DSGA (Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi), invece, da concorso ordinario sono stati immessi in ruolo 20 funzionari in provincia di Treviso e 2 in provincia di Belluno. Restano comunque ancora sedi scoperte, tanto che gli Uffici Scolastici Territoriali stanno procedendo a interpelli e nomine aggiuntive.“Alcuni passi in avanti sono stati fatti grazie ai concorsi del PNRR, che hanno consentito a molti precari di trovare stabilità – spiega Tamborrini -, ma la strada da percorrere per garantire il diritto allo studio ai ragazzi e salari e condizioni di lavoro dignitose ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola è ancora lunga. La scuola di oggi è in continua trasformazione e sempre più innovativa: per questo occorre dare agli studenti la continuità che meritano, stabilizzando i docenti e il personale precario e ricoprendo tutti i posti vacanti con personale di ruolo. Investire nell’istruzione non è un costo, ma un investimento nel capitale umano e nella società futura”.