Anche quest’anno la Cisl Fp Padova Rovigo ha organizzato un evento in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nella sala riunioni al terzo piano dell’ospedale Sant’Antonio, infermiere e oss, insieme ai loro colleghi maschi, hanno voluto dare il loro contributo alla riflessione su un tema doloroso del quale sono state spesso testimoni e che a volte hanno vissuto in prima persona, come è emerso in alcuni momenti particolarmente intensi dell’incontro. «Siamo qui per sensibilizzare il mondo della sanità e tutta la società su un tema che tocca da vicino tutte le donne e tutti gli uomini», ha spiegato Achille Pagliaro, segretario Cisl Fp Azienda ospedaliera. «Dobbiamo intervenire sulla cultura del lavoro, per renderla più equa e inclusiva. Il nostro Ccnl comprende una serie di misure a tutela delle donne vittime di violenza. Ma si deve fare di più per tutelare le lavoratrici». Un importante passo avanti verso l’indipendenza delle donne è venuto dal codice rosso. Lo ha spiegato l’avvocato Marta Marin. «Quando vedete una donna coi lividi, avete non solo il diritto, ma il dovere di denunciare. Per tutelare la donna ed eventuali minori, il Pm non è tenuto a comunicarlo all’indagato. C’è anche il reddito di libertà. Per rendersi indipendenti, le donne hanno diversi strumenti a disposizione e devono conoscerli e utilizzarli tutti». Ad ogni partecipante è stata consegnata una pietra tinta di rosso, simbolo delle ferite subite e della forza ritrovata. Una storia di violenza domestica è stata raccontata in prima persona da una donna in un video. «E’ la conferma che da un’esperienza così drammatica si può uscire più forti – ha commentato Marika Sartor, responsabile del coordinamento donne Cisl Fp Padova Rovigo – ma quello che colpisce di più è l’appello alle altre donne: diamoci una mano, non giudichiamo. Il titolo di questo incontro, “Il silenzio grida”, è un invito a restare unite contro la violenza e contro il silenzio, che non aiuta la vittima, ma il carnefice». Per riconoscere gli episodi di violenza domestica, il ruolo delle infermiere è fondamentale. Lo ha sottolineato Fabio Castellan, presidente Fnopi (Federazione nazionale Ordine delle professioni infermieristiche): «La professione infermieristica è rappresentata per l’80% da donne. Nell’anno appena trascorso, il 40,2% ha denunciato aggressioni e i fenomeni di aggressione sono stati rivolti nel 72% dei casi contro donne». Le psicologhe e criminologhe Laura Baccaro e Sinue Bisello, dell’associazione Psicologo di strada, hanno invitato le presenti (e i presenti) ad esprimere le loro emozioni di fronte a questo fenomeno, facendo emergere storie personali molto toccanti. «Per uscire da una situazione di violenza – hanno spiegato – è necessario dare un significato alla vicenda in una prospettiva di rinascita. Dev’essere una scelta di libertà». Quindi una sfida agli uomini: «Concedetevi il cambiamento. Andate al di là degli stereotipi». Una sfida che vale anche per le donne: «Dobbiamo fare la differenza in qualità di professionisti in ambito sanitario e in qualità di sindacalisti per migliorare gli strumenti di tutela», ha detto Marika Ferrazzo, responsabile del coordinamento donne della Cisl Fp del Veneto. «Sappiamo che il femminicidio è l’atto conclusivo di un percorso di violenza. L’invito che vi faccio è di coltivare, sempre, relazioni sane».