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Veneto. Dolomitibus: Basta bugie, Fit Cisl fa chiarezza

Pubblicato il 13 Nov, 2023

Dolomitibus, basta bugie. La Fit Cisl del Veneto, con il segretario Marino De Terlizzi, assieme al presidio territoriale di Belluno Treviso, con il vicesegretario Stefano Bergamin, intende far chiarezza una volta per tutte sulle innumerevoli bugie e imprecisioni emerse nelle ultime settimane sulla vicenda Dolomitibus. “Ci rammarica veder agire una tale macchina del fango alimentata dalle altre sigle sindacali – dichiarano De Terlizzi e Bergamin – soprattutto perché a subire le conseguenze di questa vicenda sono prima di tutto gli autisti, sempre più sconfortati e demotivati, e poi, naturalmente, gli utenti, ovvero i cittadini bellunesi, studenti, famiglie, lavoratori e anziani che faticano a spostarsi per raggiungere le scuole, il posto di lavoro o l’ambulatorio medico e che oggi subiscono tagli alle corse che sono diventati strutturali”. 
LA VERTENZA – Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa Cisal hanno chiesto unitariamente alla Regione un incontro urgente. In particolare la Fit Cisl ha chiesto di intervenire presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per cambiare i parametri per il finanziamento del Fondo Nazionale Trasporti, tenendo conto della specificità dei territori. “Siamo in attesa di convocazione – spiega De Terlizzi –Va detto che il riparto regionale dei fondi aggiuntivi al TPL assegna alla provincia di Belluno 700mila euro in base ai criteri storici di riparto regionale. Purtroppo la situazione di difficoltà che caratterizza Belluno e Dolomitibus è comune a tutta la regione e più o meno a tutte le aziende di TPL in Veneto, che sono alle prese con la mancanza di autisti, con i tagli di servizio e il contenimento dei costi standard – il principale il costo del lavoro – in relazione all’applicazione dei costi standard definiti dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, per il tramite dell’Autority regolamentatrice de trasporti”. In questo complesso contesto s’inserisce la vertenza Dolomitibus, che ha tutta l’attenzione della Fit Cisl del Veneto, poiché la vertenza ormai ha valicato il territorio montano e dovrà essere affrontata nella sede della Regione del Veneto. La vicenda di Dolomitibus – afferma De Terlizzi – si colloca nella crisi complessiva che sta vivendo il Trasporto pubblico locale in tutta la regione: il Tpl è al collasso in tutto il Veneto, e proprio per questo la Fit ha deciso di far uscire la vertenza Dolomitibus dai confini territoriali per portarla in Regione. Lo scorso 7 novembre la segreteria della Fit Veneto, congiuntamente alla segreteria del presidio territoriale Fit Belluno Treviso, ha formulato richiesta di convocazione a Dolomitibus per affrontare la situazione in corso, che ha assunto una dimensione che va ben oltre la mera trattativa aziendale, poiché interessa il servizio di un’intera comunità. Pertanto sostenere che la Fit o la Cisl non siano al tavolo risulta estremamente scorretto e fuorviante. La Fit porta il problema Dolomitibus alla ribalta regionale, per un maggiore coinvolgimento di tutte le istituzioni riguardo a una questione che rischia di compromettere la qualità della vita e dei servizi nel territorio montano”.
L’ACCORDO – Chiarezza anche sull’ipotesi di accordo recentemente bocciata dai lavoratori con uno scarto di 5 voti. Hanno votato 53 lavoratori (un terzo dei dipendenti): 24 hanno votato sì (45,28%) e 29 hanno votato no (54,72%). L’accordo era stato firmato non solo da Fit Cisl e Faisa Cisal, ma anche dal rappresentante sindacale (Rsa) della Filt Cgil, categoria che poi ha rinnegato il documento nelle assemblee con i lavoratori e con la protesta di piazza. L’accordo in oggetto prevedeva un aumento di 164 euro al mese (6/8 euro al giorno) e non di 2 euro lordi al giorno come è stato detto da alcune fonti, creando confusione e dissenso tra i lavoratori. L’accordo prevedeva inoltre una rivalutazione dei buoni pasto e la clausola di salvaguardia, per cui le parti sottofirmatarie si sarebbero ritrovate, a seguito della firma del prossimo rinnovo del CCNL autoferrotranvieri, per garantire l’armonizzazione contrattuale e rendere l’aumento salariale di secondo livello, non assorbibile.“Se l’accordo fosse efficace -sottolinea Stefano Bergamin – della Fit Belluno Treviso – i lavoratori della Dolomitibus già dal 10 novembre avrebbero percepito uno stipendio maggiorato di 164 euro. È sufficiente per risollevare il numero dell’organico dell’azienda? Certamente avrebbe contribuito ad aiutare i lavoratori, che a parità di condizioni di lavoro avrebbero avuto da subito uno stipendio più adeguato. Sono pochi 164 euro al mese? Voglio solo ricordare che l’ultimo contratto nazionale ha previsto un aumento lordo pari a 90 euro corrisposti in tre rate: 30 euro con la retribuzione relativa al mese di luglio 2022; 30 euro a giugno 2023e 30 euro a settembre 2023”.

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