Sono state tante, tantissime le persone che questa mattina hanno chiesto informazioni ed espresso solidarietà al personale sanitario e sociosanitario in presidio davanti all’ospedale di Rovigo. L’iniziativa della Cisl Fp rientra nella campagna di sensibilizzazione per contrastare il fenomeno delle aggressioni al personale dei presidi ospedalieri dell’Ulss5. Un fenomeno in continua e preoccupante crescita, sul quale è stata distribuita una lettera aperta. “Chi lavora in ospedale, non è solo un professionista, trattasi di una persona che dedica la propria vita alla cura, all’assistenza ed al supporto degli altri, spesso in condizioni di stress elevato e con carichi di lavoro sempre più pesanti”, dichiara Andrea Ricci segretario generale della Cisl Fp Padova Rovigo. “La violenza perpetrata nei confronti di questi professionisti rappresenta un atto di barbarie vile e ingiustificato e ferisce non solo i professionisti coinvolti, ma l’intero sistema sanitario e tutta la comunità”.Una lettera è stata inviata anche all’Azienda sanitaria Ulss5 Polesana per mantenere aperto il dialogo sulle misure di tutela indispensabili a creare un ambiente di lavoro sereno e sicuro. “Da parte della direzione dell’azienda c’è sempre stata una grande sensibilità per questo tema”, precisa Carlo Cogo, dirigente Cisl Fp referente per la sanità di Rovigo e provincia. “Abbiamo avuto un incontro nei giorni scorsi, anche per comunicare l’iniziativa di questa mattina, per la quale abbiamo ricevuto la massima approvazione”. Le aggressioni coinvolgono il personale di tutti i reparti e i servizi, ma colpisce con maggiore frequenza nei Pronto soccorso, nei Sert (Servizi per le tossicodipendenze) e nei reparti di Psichiatria. Negli ultimi mesi, il numero di aggressioni è cresciuto in modo allarmante. Spesso anche il personale che svolge attività di front office si trova a dover gestire situazioni di forte disagio. Chi è in prima linea a rappresentare l’Azienda subisce le tensioni e le frustrazioni dovute anche alle difficoltà del sistema nel rispondere in tempi brevi ai bisogni dei cittadini.“Il personale sanitario è sottoposto a un livello di stress ormai intollerabile e questo, generando un clima di insicurezza nei luoghi di lavoro, rischia di condizionare la qualità dell’assistenza”, afferma Fabio Turato, responsabile Sanità Pubblica per la Cisl Fp Padova Rovigo. “Abbiamo osservato che l’aumento degli episodi di violenza è strettamente collegato al crescente numero di accessi, soprattutto nei Pronto soccorso, e alle difficoltà di garantire un’adeguata copertura del personale, con il relativo incremento dei carichi di lavoro e dei tempi d’attesa per i cittadini. Molte aggressioni rappresentano vere e proprie rappresaglie da parte di pazienti e familiari esasperati. Un clima intollerabile, aggravato da una percentuale di lavoratrici donne, pari al 75%, che richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni”.Secondo un’indagine condotta dalla Cisl Fp, è emerso che gli infermieri dell’emergenza sono i più esposti a episodi di violenza verbale, a causa del contatto diretto con pazienti e familiari, mentre la violenza fisica è esercitata prevalentemente da soggetti fragili affetti da patologie psichiatriche o dipendenze. “Le aggressioni rappresentano un fallimento organizzativo che non possiamo più accettare passivamente”, osserva Carlo Cogo. “È urgente potenziare le misure di prevenzione e sicurezza, ma anche investire nella formazione del personale per una migliore gestione delle situazioni di rischio. Ogni operatore della sanità ha diritto a un ambiente di lavoro sicuro. Siamo passati dall’essere considerati eroi ad attirare tutto il malcontento nei confronti del sistema sanitario. Come Cisl rappresentiamo sia gli utenti, a livello confederale, che i lavoratori. Le misure repressive sono utili, ma quello che serve è maggiore informazione e la consapevolezza, da parte degli utenti, che hanno la facoltà di decidere se stare dalla parte della violenza o di chi li cura”.