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Veneto. ll Congresso dei metalmeccanici della Fim Cisl, influencer della sostenibilità: Lovisotto confermato segretario generale

Pubblicato il 29 Nov, 2021

“Con l’evoluzione tecnologica ci dobbiamo convivere, sfidare, competere, evolvere, in un percorso che miri alla sostenibilità perché siamo nel mezzo di una transizione di modelli economici che non possono più fare a meno di considerare ogni azione come una promessa di miglioramento e tutela dell’ambiente”. È uno dei passaggi della relazione con cui Alessio Lovisotto, segretario generale della Fim Belluno Treviso, ha aperto questa mattina il terzo Congresso territoriale dei metalmeccanici della Cisl Belluno Treviso, 4.600 iscritti in rappresentanza di quasi 35mila lavoratori del settore attivi in 1.100 aziende in provincia di Treviso e 4.500 per 117 imprese in provincia di Belluno.

Al centro dell’assise il tema della sostenibilità, “esito di un percorso di evoluzione tecnologica avviato 10 anni fa con industria 4.0, un modello di giusta transizione che ci traghetti da un prima a un dopo senza traumi, ma anche in maniera irreversibile, perché di pianeta ce n’è uno solo”, ha detto Lovisotto nella relazione. Sostenibilità necessaria nella trasformazione della produzione e delle competenze, che necessita di modelli nuovi di riqualificazione delle professionalità e anche nelle politiche industriali e nelle catene del valore e della fornitura, con “filiere che necessariamente devono accorciarsi e produzioni strategiche – come quella dei microchip – vicino a casa – dice il leader della Fim locale -. Con le delocalizzazioni degli ultimi anni Novanta abbiamo perso competenze strategiche di filiera condannandoci ad una ‘servitù orientale’.

La vicenda di Acc è emblematicafaccio fatica a non vederci la stessa miopia che ci portò a smembrare le filiere a mangiarci le dita dopo”. La metalmeccanica industriale in entrambe le province sta vivendo una forte crescita grazie alla capacità di essere rivolta all’estero. “Ma – sottolinea Lovisotto – è anche sostenuta dalla domanda interna che rimane recettiva per scelte nazionali legate alla gestione della vaccinazione che sinora hanno scongiurato lockdown a dispetto di quanto invece accade oltre i confini europei. Abbiamo recuperato volumi e fatturato persi dopo il 2019, mentre gli organici non ancora del tutto per le difficoltà di coniugare efficacemente domanda e offerta di personale”. Il settore soffre negli ultimi mesi per la strozzatura delle forniture dei semilavorati e della materia prima determinata da una domanda mondiale ripartita in maniera disomogenea. “Le nostre manifatture – sottolinea il leader territoriale dei metalmeccanici – pagano anche i ritardi della logistica e i maggiori costi della materia prima e delle utilities. Tutto ciò si trasforma in forti accelerazioni produttive con domanda di straordinari alternate a richieste di cassa integrazione che rendono difficile la combinazione organizzativa tra i lavoratori”. Infine, la rilevazione di un fenomeno che si sta manifestando nell’ultimo periodo. “L’aumento delle dimissioni volontarie – specifica Lovisotto – che sottendono a un diverso modo di reinterpretare – dopo la fase acuta della pandemia- la propria realizzazione personale nell’esistenza lavorativa; si tende a privilegiare un ambiente in cui prevalga il benessere”.

Lovisotto, 44 anni, trevigiano del Coneglianese, segretario generale dal 2019, è stato confermato oggi pomeriggio al termine del Congresso al timone della Fim territoriale. Laureato in Scienze Politiche con un master in sviluppo dei Paesi ex socialisti, ha poi lavorato alla Carmeccol di Bagnolo (carpenterie meccaniche) come operaio, poi come ricercatore a Bucarest per conto della CCIAA di Treviso e quindi come export manager alle Latterie di Soligo. Nel 2004 è entrato in contatto con la Cisl trevigiana e, poco dopo, ha iniziato l’attività di sindacalista della Fim, affrontando diverse importanti vertenze durante la fase della crisi dal 2008: dalla Modular di San Vendemiano, alla Irca Gds di Motta fino alla Foinox di Codognè e al concordato Tonon Forty.

Confermato, con la nuova qualifica di segretario aggiunto, Massimo Civiero, trevigiano classe 1971, in Fim dal 2003, e nuovo ingresso per Matteo Caregnato, 35enne di Vittorio Veneto, in Fim dal 2016, responsabile del territorio Bellunese nord-orientale.

Ai lavori è infine intervenuto il segretario nazionale della Fim Valerio D’Alò, che ha approfondito alcuni dei temi affrontati nella relazione di Lovisotto. “Il tema della transizione ambientale, digitale e demografica – ha detto concludendo i lavori congressuali – è vissuto quotidianamente nella nostra attività. La transizione è un processo complicato: cambiare ciclo produttivo non è una passeggiata, noi parliamo di giusta transizione, lo dobbiamo alle generazioni future, ma questi percorsi devono essere accompagnati. Noi, assieme alle imprese, abbiamo un’enorme responsabilità, quella di guidare i processi di riqualificazione e di aggiornamento delle competenze dei lavoratori”.

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