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Veneto. Lunedì 29 novembre a Cison di Valmarino il Congresso dei metalmeccanici della Fim Cisl, influencer della sostenibilità

Pubblicato il 28 Nov, 2021
Sindacalisti influencer, in grado di esercitare un livello crescente di social influence legata a competenze specifiche su temi cruciali a partire da quello della sostenibilità. La Fim Cisl lancia la sfida al suo terzo Congresso territoriale, che si svolgerà lunedì 29 novembre a partire dalle 9.00 a Castelbrando a Cison di Valmarino (Treviso).
“Influencer della sostenibilità” il titolo dell’assise congressuale della Federazione dei metalmeccanici della Cisl Belluno Treviso, 4.600 iscritti in rappresentanza di quasi 35mila lavoratori del settore attivi in 1.100 aziende in provincia di Treviso e 4.500 per 117 imprese in provincia di Belluno.
Sindacato influencer? Lavoratori follower? “Sindacalisti influencer se e solo se vengono riconosciuti come esperti in un campo specifico dalle community con cui interagiscono, ossia dai lavoratori – afferma Alessio Lovisotto, segretario generale della Fim territoriale -. Proprio da qui prende le mosse il Congresso, che pone al centro il tema della sostenibilità, che nel nostro settore dev’essere l’esito di un percorso di evoluzione tecnologica avviato 10 anni fa con industria 4.0, un modello di giusta transizione che ci traghetti da un prima a un dopo senza traumi, ma anche in maniera irreversibile, perché di pianeta ce n’è uno solo”. Nell’industria metalmeccanica contemporanea, transizione ecologica significa trasformazione della produzione – basti pensare al passaggio green dai motori endotermici ai motori a batterie nell’automotive – e necessariamente trasformazione delle competenze, che necessita di modelli nuovi di riqualificazione delle professionalità “per non perdere nemmeno un posto di lavoro nella fase di passaggio”.
Sostenibilità anche nelle politiche industriali e nelle catene del valore e della fornitura, con “filiere che necessariamente devono accorciarsi e produzioni strategiche – come quella dei microchip – vicino a casa – dice il leader della Fim locale -. La vicenda di Acc è emblematica, questa dura vertenza sindacale ha toccato i minimi di ‘sciatteria industriale’ e anche politica mai visti prima da queste parti. La fortuna che abbiamo sono i nostri delegati, le nostre RSU che riescono sempre a combattere senza far sconti a nessuno. Ad oggi quella vicenda pare abbia un risvolto positivo in termini di interesse industriale da parte di alcuni investitori italiani ed esteri e vogliamo pensare che sia letta con favore anche dal Ministero dello Sviluppo in tema di sostenibilità e accorciamento della filiera del freddo, che nel bellunese ha una concentrazione forte sia per il mercato domestico che nella grande distribuzione e ristorazione. Ora confidiamo nel lavoro di squadra di tutte le parti coinvolte”.
La metalmeccanica industriale in entrambe le province sta vivendo una forte crescita grazie alla capacità di essere rivolta all’estero. “Ma – sottolinea Lovisotto – è anche sostenuta dalla domanda interna che rimane recettiva per scelte nazionali legate alla gestione della vaccinazione che sinora hanno scongiurato lockdown a dispetto di quanto invece accade oltre i confini europei. Abbiamo recuperato volumi e fatturato persi dopo il 2019, mentre gli organici non ancora del tutto per le difficoltà di coniugare efficacemente domanda e offerta di personale”. Il settore soffre negli ultimi mesi per la strozzatura delle forniture dei semilavorati e della materia prima determinata da una domanda mondiale ripartita in maniera disomogenea. “Le nostre manifatture – sottolinea il leader territoriale dei metalmeccanici – pagano anche i ritardi della logistica e i maggiori costi della materia prima e delle utilities. Tutto ciò si trasforma in forti accelerazioni produttive con domanda di straordinari alternate a richieste di cassa integrazione che rendono difficile la combinazione organizzativa tra i lavoratori”. Infine, la rilevazione di un fenomeno che si sta manifestando nell’ultimo periodo. “L’aumento delle dimissioni volontarie – specifica Lovisotto – che sottendono a un diverso modo di reinterpretare – dopo la fase acuta della pandemia- la propria realizzazione personale nell’esistenza lavorativa; si tende a privilegiare un ambiente in cui prevalga il benessere”.

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