“L’Italia non può definirsi un Paese civile se ogni anno più di mille persone – uomini, donne, ragazze, ragazzi, studenti – perdono la vita sul lavoro. In provincia di Treviso l’anno scorso ci sono state 13mila denunce di infortunio e 14 morti. Ma a questi numeri si devono aggiungere i decessi causati da malattia professionale e le centinaia di infortuni gravi e invalidanti come quello avvenuto nella mattina di oggi, 21 maggio, all’operaio della Legnonova di Mansuè. Questi episodi, questi numeri, non sono più né accettabili né giustificabili: è più che mai necessario un impegno straordinario da parte di tutti i soggetti coinvolti per porre fine a questa scia di sangue”. Così il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù sull’ennesimo dramma sul lavoro nella Marca, con un lavoratore travolto da un bancale di pannelli che stava scaricando da un camion. Regole più stringenti, più controlli e ispezioni, sanzioni maggiori per chi non rispetta le norme, più formazione e informazione. Queste le azioni da mettere in campo secondo Orrù, che aggiunge: “È fondamentale rafforzare le campagne di sensibilizzazione per promuovere una vera cultura della sicurezza sul lavoro. Serve un cambiamento culturale profondo: il rischio non va considerato un’eccezione, ma un elemento con cui confrontarsi ogni giorno, in ogni fase lavorativa, con consapevolezza e responsabilità. È essenziale entrare nelle scuole, parlare con i giovani, formarli e renderli consapevoli, perché gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani”.“La salute e la sicurezza sul lavoro – conclude il segretario Cisl – devono restare al centro della nostra azione quotidiana, della contrattazione e del confronto con istituzioni, associazioni imprenditoriali e politica, per condividere un impegno comune ancora più vigoroso per prevenire queste tragedie”.