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Veneto. Paglini (Cisl): “Buon lavoro al nuovo presidente della regione Stefani. Ricostruire la partecipazione alla vita sociale per rilanciare il patto sociale per lo sviluppo e il lavoro”

Pubblicato il 24 Nov, 2025

«Al nuovo presidente della Regione del Veneto Alberto Stefani e a tutti i nuovi consiglieri regionali esprimiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro. Avete la grande responsabilità di rappresentare i cittadini e le cittadine del Veneto in una fase storica di grande importanza e delicatezza, in cui siamo tutti chiamati a scrivere insieme una pagina innovativa e avanguardista nella storia del Veneto – dichiara Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto –. Ad architrave ci auguriamo sarà posta una visione partecipativa delle relazioni tra tutti i soggetti portatori di interesse, perché la nostra regione possa tornare ad essere modello di riferimento secondo le migliori tradizioni di primogenitura che l’hanno vista esplorare nuove vie e nuovi strumenti in molti ambiti dal sociale all’economia, al lavoro».

«Come ribadito in questi mesi di campagna elettorale, Cisl Veneto rinnova la propria disponibilità a lavorare assieme al nuovo presidente, che le urne e il voto degli elettori hanno indicato in Stefani, e alla nuova Giunta, ma anche con le forze di opposizione – aggiunge ancora Paglini –. Troverete sempre in Cisl un interlocutore aperto al confronto e al dialogo, nella misura in cui vi sarà convergenza di progettazione e programmazione per far riemergere e riattivare tutte le potenzialità e le migliori energie del territorio, far crescere l’economia, tutelare il lavoro, rispondere ai bisogni di welfare delle persone».

Cisl Veneto invita anche a una riflessione che, andando oltre agli esiti del voto, guarda al dato allarmante di disaffezione e indifferenza della maggioranza dei cittadini del Veneto alla vita della nostra comunità che le urne chiuse ci consegnano. «Chi è chiamato a governare il Veneto per i prossimi cinque anni non potrà non tenerne conto – aggiunge infine Paglini –. L’alto tasso di astensionismo, in queste come nelle precedenti tornate, assimila il Veneto al resto del Paese, ed è sintomatico dell’indifferenza che consultazione dopo consultazione i cittadini riservano a quello che dovrebbe essere il più alto dei doveri, l’esercizio democratico del voto. Il messaggio è forte e chiaro, oltre che silenzioso: la impellente, non più rinviabile necessità di ricostruire la dimensione partecipativa delle persone alla vita sociale delle comunità, dei territori, dei luoghi di lavoro, partendo dall’ascolto per dare risposte concrete ai bisogni. Solo così potremo auspicare di rigenerare la partecipazione democratica al voto, ovvero alla scelta di chi deve rappresentare ciascuno di noi nel governo delle istituzioni».